Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Bryan Cristante al centro della Roma. È sempre più insostituibile in mezzo al campo, è uno degli uomini di fiducia di Mourinho. È cresciuto al Milan, che non ha creduto in lui. Solo quattro presenze in squadra. Poi il trasferimento al Benfica e da lì ha cominciato a girare, prima di trovare la consacrazione all’Atalanta. Nell’estate del 2014 il Milan lo ha ceduto a titolo definitivo in Portogallo, per sei milioni. Il club portoghese lo ha fortemente voluto e alla fine è riuscito a convincere Galliani. L’esperienza all’estero è durata poco, con sole quindici presenze. Poi, il ritorno in Italia, sei mesi a Palermo, altri sei a Pescara dove è stato seguito dall’Atalanta. A Bergamo è diventato uno dei giovani più interessanti del campionato, dove è cresciuto molto giocando spesso da treqaurtista. Eppure l’Inghilterra era il suo sogno da ragazzo. Pensava che la Premier fosse il campionato ideale per le sue caratteristiche. Fisicità, contrasti, calcio aperto.
La Roma lo ha voluto fortemente, ha investito su di lui una cifra importante, circa trenta milioni. Lo aveva voluto Di Francesco, il suo acquisto fu concluso da Monchi. Con Fonseca ha fatto il jolly, molto spesso ha giocato da difensore centrale. La scorsa estate il Milan lo aveva ricercato, ma la società non ha accettato di trattare la sua cessione.
Oggi è uno dei leader dello spogliatoio. È stato un punto di riferimento per ogni allenatore. Mourinho stravede per lui. In campionato ha giocato titolare nove partite su dieci, senza mai essere sostituito. Solo con l’Empoli è andato in panchina, entrando nel secondo tempo. In quella partita Mourinho lo ha preferito risparmiare perché era già diffidato e quindi rischiava la squalifica contro la Juventus.