Zaniolo, parla la madre: “Nicolò è stato abbandonato dalla Roma”

Corriere dello Sport – Francesca Costa ha rilasciato un’intervista al quotidiano. La mamma di Nicolò Zaniolo ha commentato il passaggio del figlio dalla Roma al Galatasaray. Di seguito le sue parole.

Mio figlio non è un pazzo o un traditore, è stato fatto passare per quello che non è. È un ragazzo, avrà fatto i suoi errori come tutti, altri ne farà, ne faremo, ma non è quello che è stato dipinto in queste ultime settimane perché faceva comodo a qualcuno“.

Adesso tornerete in Italia per qualche giorno.
“Sì, fino alla fine della settimana perché Nicolò ha qualche giorno libero e Benedetta (l’altra figlia, ndr) ha la scuola e una maturità da preparare. Poi torneremo”.

E la casa di Roma?
“La stiamo liberando e organizzando il trasloco, non è facile. Ma la casa è di Nicolò, lui l’ha comprata e la terremo, magari affittandola. Devo anche risolvere la situazione animali…”.

Un trasloco improvviso, insomma.
“Dipende cosa intendiamo per improvviso. Nell’ultimo mese avevamo capito che a Roma era finita e che restare sarebbe stato impossibile, invivibile. Prima, invece, Nicolò, e quindi anche noi, pensavamo di fermarci a lungo”.

Vogliamo ricostruire quello che è successo?
“Sì, almeno spero che venga messo un punto a tutto questo”.

Partiamo dal 25 maggio: Tirana, Roma-Feyenoord, Nicolò segna il gol decisivo per la vittoria della Conference.

“Una gioia infinita, solo a parlarne mi vengono le lacrime. I brividi. Siamo stati felicissimi, un sogno che ci ripagava di tante amarezze e delusioni”.

Poi?

“Poi succede che c’è la possibilità di pensare a cambiare aria, ne parliamo con la società che ci fa sapere una cosa: cinquanta o sessanta milioni, per loro, è il valore del ragazzo. Ma non arrivano offerte di quel tipo e lui resta, anche contento. Solo che si aspetta un rinnovo di contratto con cifre in linea con quella valutazione”.

Rinnovo che non arriva.
“No, mentre ad altri suoi compagni i contratti vengono fatti. Ma non è solo un problema di soldi”.

E di cosa? Di rendimento?
“Neppure. Nicolò, con il passare delle settimane, inizia a rendersi conto di non far più parte del progetto. La Roma gli comunica che a giugno lo vuole vendere, lui inizia a sentirsi messo da parte. E la luce si spenge”.

Come?

“Hanno raccontato che si è rifiutato di giocare per la Roma, che è un traditore, lo hanno preso per pazzo senza magari raccontare di quando ha giocato con le infiltrazioni per la spalla rotta. Non c’è stata correttezza nei suoi confronti da parte della società. Invece è stato male davvero: quando a gennaio non è stato convocato con la Fiorentina era debole, tremava. Tutti i medici hanno riscontrato la verità. Non so se fosse influenza o stress, ma mio figlio non stava bene”.

Poi, però, non ha più giocato.

“Una decisione presa con l’allenatore che non lo vedeva a posto. Ed era vero: Nicolò non stava bene, la luce si era spenta. E per un giocatore come lui questo fa tutta la differenza del mondo. Anche nei confronti dei tifosi. Anzi, questo è un aspetto a cui tengo molto”.

Prego.

“Né io, né mio figlio, né nessuno della mia famiglia ce l’ha con i tifosi. Noi saremo sempre grati ai romanisti, sempre rispettosi, questo voglio che sia chiaro. Le critiche ci stanno, ma non è colpa loro. Hanno creduto a quello che gli è stato raccontato”.

Nicolò, però, ha strappato la maglia.

“Altra bugia. Ma vi pare che si strappa la maglia? L’ha allargata come gesto di frustrazione per una sua prestazione non brillante e si è strappata. Niente di più. Lui la maglia della Roma l’ha solo baciata”.

Cosa è successo con i tifosi che sono venuti sotto casa?

“Abbiamo fatto una denuncia contro ignoti, vedremo. Io dico una cosa: se fossero stati dieci ragazzini, magari un po’ scemi e sopra le righe, non ci saremmo agitati tanto. Se ci siamo agitati è perché venivamo da giorni in cui ci veniva scritto di tutto: insulti, minacce di ogni tipo. Eravamo molto spaventati, la situazione era diventata insostenibile”.

Perché Zaniolo ha prima detto no e poi sì al Bournemouth?

“Voglio chiarire un aspetto: Nicolò si sarebbe ridotto l’ingaggio, o avrebbe chiesto gli stessi soldi della Roma, per il Milan o il Tottenham. Ma quelle società non hanno trovato l’accordo con il club giallorosso. A quel punto c’era il Bournemouth: non è vero che ci hanno offerto cinque milioni a stagione, quando mai”.

Nicolò però si è rifiutato di incontrare i manager inglesi.

“Io sono nel calcio da tempo, anche mio marito faceva il calciatore: le trattative le fanno gli agenti. E infatti il procuratore di mio figlio li ha incontrati”.

Prima ha detto no, poi sì.

“Questo è vero, ma quando li abbiamo richiamati loro avevano preso già un altro».

E a questo punto compare il Galatasaray.

“Una scelta che è stata quasi immediata perché ci hanno fatto sentire subito fiducia e sostanza. Volevano Nicolò, volevano chiudere, non è stato difficile metterci d’accordo”.

E ora inizia la vostra nuova vita.

“La vita è quella di Nicolò, non la mia, di mio marito. Perché anche questa è una cosa da specificare: noi lo supportiamo, ci confrontiamo, siamo i suoi genitori. Ma le scelte sono le sue, sempre”.

Cosa vi resta di Roma?

“Una città meravigliosa, una squadra che abbiamo amato tanto e dei tifosi che hanno trattato mio figlio nel migliore dei modi. Sempre. Sostenendolo nei momenti peggiori, anche se va detto che quando leggo: “La Roma lo ha aspettato” mi viene un po’ da sorridere. E’ normale che lo aspettassero, era un tesserato. Si è fatto male giocando, mica andando a sciare. E poi ci resta un legame di quelli eterni, fortissimi (il piccolo Tommaso, figlio di Nicolò, ndr). Roma, per noi, sarà sempre speciale”.

I compagni della Roma si sono fatti sentire?

“Pochi, solo tre di loro. Però lui ha sempre avuto un bel rapporto con tutti, peccato”.

Come risponde a chi dice che Zaniolo prima era depresso e poi è andato al Galatasaray tutto sorridente?

“Nicolò non stava bene per la situazione che si era venuta a creare intorno a lui, anzi che è stata creata intorno a lui. E’ chiaro che cambiando aria e iniziando una nuova avventura ora sta meglio. Per quanto, ora viviamo in una terra che è stata devastata da un terremoto. Le cose importanti della vita sono queste e noi siamo veramente tutti provati da quello che è successo in Turchia. Nicolò, e noi nel nostro piccolo, cercheremo di fare la nostra parte per poter essere ancora più utili”.

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