Wojciech Szczesny, portiere della Juventus ed ex calciatore della Roma, ha parlato ai microfoni di Sky Sport a proposito dell’emergenza coronavirus e del suo passato alla Roma. Queste le sue parole:
Come hai passato queste due settimane e come trascorri il tempo in casa?
Sono ovviamente un po’ annoiato visto che sono passate due settimane dall’inizio della quarantena a casa. Sono da solo a Torino perché la mia famiglia è andata in Polonia. Detto questo, però, devo dire che sto passando questo periodo in maniera tranquilla. Dormo tantissimo, mi sto rilassando un po’ ma ogni giorno mi alleno per farmi trovare pronto quando riprenderà il campionato.
Ci sono stati tre casi di positività nella Juve. Hai sentito i tuoi compagni di squadra?
Sì, subito dopo che abbiamo avuto la notizia. Dispiace, ma tutti stanno abbastanza bene e non hanno sintomi gravi. Gli auguriamo di tornare presto in gruppo. Invece, per quanto riguarda il mio tampone, ero tranquillo e abbastanza sicuro di essere negativo. Poi, in ogni caso, ero chiuso in casa e non sarebbe cambiato tanto.
L’8 marzo avete giocato Juve-Inter, che ricordo hai?
È stata una partita molto strana, giocare contro l’Inter a porte chiuse non è normale. Ma l’abbiamo vinta e festeggiata, ma senza i tifosi non è la stessa cosa. Nel calcio viviamo di emozioni e di momenti bellissimi, questo è il bello dello sport.
In Italia hai la miglior percentuale di parate, in Europa c’è Alisson che ha fatto meglio di te. Cosa pensi di questa statistica?
La percentuale delle parate è una statistica che non m’interessa tanto. Una delle cose che deve fare il portiere è parare, ma è solo uno dei tanti aspetti. È sempre bello stare in alto nelle classifiche, ma il lavoro di un portiere si giudica in un altro modo. Alisson al momento è il più forte del mondo, ho avuto il piacere di giocare con lui alla Roma, era giovane ma si è visto subito che sarebbe diventato uno dei migliori.
Un tuo messaggio ai tifosi che non vedono l’ora di tornare allo stadio…
Vorrei soltanto dire che bisogna rispettare le regole perché più le rispettiamo, più presto potremo vederci sul campo. Il nostro sacrificio, in questo momento, può salvare le vite delle persone più fragili. Rimaniamo tutti a casa, ci vediamo presto.