VIDEO – Spalletti: “Pjanic ha un piccolo affaticamento all’adduttore, ieri sensazioni buone. Con Totti abbiamo messo a fuoco tutto quello venuto fuori. Tutti insieme per le vittorie della Roma, questo è l’obiettivo. Mi hanno chiamato per far rispettare regole e principi e vincere tutte le partite. Totti è forte a prescindere, non si deve parlare che deve giocare al posto di Dzeko. Se non succedono cose che riguardano la proprietà rimango qui”

conferenza spalletti

Pagine Romaniste (Da Trigoria F.Biafora) – Si torna a giocare ed è giorno di conferenza stampa per Luciano Spalletti alla vigilia della partita contro il Torino. Il mister risponde alle domande dei giornalisti presenti a Trigoria. Queste le sue parole:

Comincia a parlare il mister:

“Lobont out, perché ieri in allenamento ha subito una botta al gomito destro. Gyomber rientra in gruppo, Digne è ok in gruppo. Pjanic va un po’ valutato oggi, però la valutazione la facciamo nel gruppo. Ieri hanno fatto a parte, ma li valutiamo nel gruppo. Tutti a disposizione per il resto, per Pjanic c’è un piccolo affaticamento all’adduttore, ieri le sensazioni erano state buone, ma poi c’è l’allenamento di oggi e il risveglio di domani mattina”.

Come si spiega i due pareggi consecutivi? C’è stato un calo post-rimonta?
Io mi spiego che a volte dei momenti dove le cose non girano per il verso giusto possono succedere. C’è bisogno che la nostra squadra faccia la partita, gestisca la partita, nel duello perdiamo un po’ delle nostre qualità e caratteristiche in base alle scelte fatte ultimamente. Quando fai le cose bene ci vorrebbe un premio, come successo col Bologna, ma se poi non fai gol, gli altri si chiudono diventa una partita più muscolare e fisica, quindi dobbiamo fare qualcosa. Con l’Atalanta ho fatto un ragionamento diverso, una squadra più fisica, l’Atalanta sa sfruttare la fisicità, sa andare su quelle che sono la riconquista delle palle di nessuno, portare a casa le situazioni incerte, loro son bravi a far questo, ma sono bravi anche in ripartenza e contropiede. Non siamo riusciti a sfruttare fino in fondo nessuno dei due ragionamenti che abbiamo fatto. La squadra ha fatto delle buone cose, mi aspettavo un po’ più d’esperienza sul 2-0, avevo fatto questa scelta sul fatto della gestione, poi i risultati non mi hanno dato ragione. Non penso ci siano delle scorie che ci porteremo nella prossima partita. Le partite sono state fatte tutte e due bene, ci sono momenti criticabili, ma anche momenti esaltabili, avevamo quasi vinto la partita.

Dal punto di vista fisico ha visto la squadra in difficoltà? Il Torino?
No, dal punto di vista fisico no, l’ho vista in difficoltà sul punto di vista degli equilibri. Il Torino è una squadra molto attenta, che sa ripartire benissimo, fa movimenti a memoria con le punte davanti, Ventura lo conosco bene, è un maestro di calcio oltre ad essere una persona eccezionale. Sa dare l’impronta del suo stile e il suo modo di lavorare alle squadre, sa lavorare e sa convincere tutti con il lavoro sul campo. Dobbiamo fare attenzione alle cose dette, se ci riusciamo possiamo vincere, è chiaro, però dobbiamo essere bravi.

Può essere un motivo di distrazione questa questione Totti-Spalletti?
I motivi di distrazione sono quelli che succedono dentro gli spogliatoi con una forza tale che distraggono, questo non è così. Dal punto di vista nostro è tutto a posto, lavoriamo in funzione del Torino. Abbiamo messo a fuoco tutto quello venuto fuori, è chiaro che io debbo intervenire su quelle che sono le regole e su quello che è la moderazione che debbo usare per i messaggi forti che vengono dati verso la squadra. Però è tutto a posto.

Con Keita la Roma ja fatto 25 su 27, senza 9 su 16. Perché è rimasto fuori? E’ difficile sostituirlo se non dovesse rinnovare?
Io debbo moderare quelli che sono i messaggi mandati verso la squadra. Tu vorresti dire che con Keita facciamo i tre punti e con gli altri no? Non è vero, una squadra non dipende da un giocatore, posso anche rifarmi a quello venuto fuori su Totti dopo il terzo gol, quello che io volevo dire quando mi viene posto il messaggio che il pareggio l’ha fatto Totti o che se non gioca Keita la Roma non avrebbe fatto risultati. Io questo lo debbo moderare, non è corretto. Ci sono altri giocatori che sanno fare il suo lavoro bene, come nel gol di Totti: c’è una giocata di Dzeko, una eccezionale di Perotti, c’è El Shaarawy, Emerson, poi la scivolata di Florenzi per Totti. Perché levare i meriti di Perotti in quel gol lì? E’ un distorcere quello che è successo, è uno spostare i meriti da uno all’altro, non lo accetto e sono attento anche a questo.

Ma la Roma soffre di una crisi di autolesionismo?
Sono cose che possono succedere, ogni tanto si deve intervenire e dire qualcosa, sono tutte persone importanti e tutti credono nel dirle. In funzione di una crescita, di un mettere a posto. Poi nell’intervenire si commettono errori e si fanno scelte sbagliare per obiettivo e tempistica, ma si vuole sempre far bene. Il giorno dopo, con meno tensione, si cerca di raggiungere e perseguire il solco che è stato tracciato, le regole, i principi e gli obiettivi. Tutti insieme per le vittorie della Roma, questo è l’obiettivo.

Dopo la partita ha detto che si disperdono le attenzioni verso la squadra e verso la famiglia. A cosa ha fatto riferimento?
Si sta parlando solo di Totti perché è uno di quelli che ha fatto la storia della Roma, io tento di trovare altri 4-5 Totti, mi ci vogliono per avere una squadra sempre più forte. Quando mi chiedi a chi mi riferisco è un discorso che riguarda noi dentro lo spogliatoio, lo dico dentro a chi mi riferisco. A cosa vuol dire che bisogna avere in testa poche cose. Un giorno ha 24 ore, io ho provato a fare due ore di straordinario ma 26 non sono riuscito a farne. Su 24 7-8 ore ne dormi, devi allenarti e recuperare dopo l’allenamento, c’è bisogno di più attenzione. Siamo un attimino disattenti in alcuni momenti e allora richiamo la squadra, fa parte del mio lavoro e mi hanno chiamato qui per questo, far rispettare regole e principi e vincere tutte le partite, non le abbiamo vinte ma alcune sì. Sembra si sia sbandato totalmente, ma abbiamo sempre il volante dell’auto in mano.

Disse che Roma era un posto eccezionale per lavorare, è ancora così rispetto all’inizio? Penso a quello che detto sul dualismo Totti-Dzeko…
Io ho detto che c’è qualcuno che lo mette in contrapposizione, non ho parlato di ambiente, per me rimane uguale, rimane The Roma Way. Il giorno dopo mi sono alzato un’ora prima e sono venuto prima a lavorare e ho tentato di organizzare meglio, se è venuto fuori quello lì devo fare meglio, è un ambiente eccezionale.

È stato scritto che Totti salva la Roma…
E’ diverso “Totti salva la Roma” da “Totti è la Roma”. Su salva sono d’accordo, ma se magari ci si mettono anche quei tre contrasti stronca-gambe siamo perfetti.

Dal 2005 al 2009 tante volte si erano viste tante sintesi di “Totti salva la Roma” e simili e tante puntualizzazioni non c’erano, perché questo cambio di rotta?
E’ un po’ quello che ho detto prima, debbo riuscire a trovare altri Totti, non è più quello lì, è cambiato sotto l’aspetto della gestione della partita totale. Per trovarne altri come lui devo moderare questi messaggi mandati alla squadra, è giusto che vengano dati meriti alla squadra, si è scritto di lui anche quando la Roma ha vinto quelle 8 partite. Io devo intervenire, Totti è forte a prescindere, non si deve parlare che deve giocare al posto di Dzeko o che Dzeko deve andare via. Io devo far rispettare le regole, a volte se si pigliano degli obiettivi sbagliati devo intervenire e dire quali sono le cose corrette. Nel gol di Totti a Bergamo, anche se è più bella la palla che gioca dopo, perché non citare la grandissima giocata di Perotti, una cosa eccezionale. Perotti è un giocatore forte, ne abbiamo bisogno. Francesco l’ho fatto giocare poco, ma lo tengo in considerazione, sennò non l’avrei fatto giocare quando la squadra ne aveva bisogno, quando serviva la sua qualità e la sua classe.

Non vede un abbassamento di tono eccessivo?
Lei sembra che abbia degli interessi in questa causa. Io dico che c’è un Capitano e una squadra. Io guardo la squadra, quando faccio la formazione, e non ho né padre, né madre, né figli, ho solo un obiettivo: la vittoria della Roma. Io faccio scelte solo per questo, se si analizza quello che ho fatto è quello, molte partite la squadra le ha vinte senza Totti, gli altri calciatori hanno un valore e lo devo tener presente. Mi dispiace per Francesco se la interpreta diversamente, ma dico delle cose sane, come in questa settimana c’erano quelli di Coverciano, i discorsi son quelli che l’allenatore in campo è senz’anima e sceglie la formazione per vincere. Se mi dite sempre che non lo faccio giocare, se la squadra ha vinto ha vinto, bravi agli altri e mi dispiace per Totti, lo vedo che vorrebbe giocare e che si sta allenando anche bene, e finché ci sono io si fa così. Regole, principi, obiettivi, fino in fondo per la vittoria per la Roma. Anche scelte. Quando ho bisogno, Francesco lo faccio giocare e sono contento se lui mi ribalta il risultato insieme alla squadra.

Ha detto che sarebbe rimasto con la possibilità di competere per lo scudetto. Sta preparando la prossima stagione…
A vedere il ritiro c’è andato Domenichini. Io dovevo fare una cosa con mia figlia, sono arrivato alle 11, lui non c’era, è arrivato e gli ho detto di non dirmi nulla perché c’era la conferenza. Il topo è Marco Domenichini, lo schiaccio (ride, ndr).

Si può sciogliere dunque la riserva? A Bergamo Digne non stava male?
Digne lo hai detto tu io non volevo. La disattenzione è questa: che c’è Manolas che entra con la guida della palla, si dice ‘entra, vai a cercare un avversario’, De Rossi è nella sua posizione, e Manolas rientra sul fianco destro e va a forzare l’azione, Ruediger è oltre il suo avversario come linea di perdita di pella, è oltre 3-4 metri. Digne è oltre il suo di 3-4 metri, loro facevano la marcatura ma da copertura, cioè copro il passaggio, lo marco ma coprendo il passaggio, non facevano la marcatura e basta cioè che gli è di dietro, lo marcavano davanti lasciandolo un po’ alle spalle sull’esterno. In quel momento Manolas fa il passaggio e perde palla, ci sono Digne e Ruediger che sono tutti e due insieme oltre i loro avversari, ma soprattutto quando entra Manolas c’è Zukanovic che si apre anche lui per ricevere palla e c’è un momento che rimane l’attaccante suo, Borriello, dietro a Manolas, De Rossi, Zukanovic e i due terzini sono davanti gli esterni Gomez e D’Alessandro. La mia squadra questa cosa non può farla e oggi si guarda proprio questo. Io non ho detto di Digne. Digne poi, che fanno, quando c’è la perdita di palla c’è un attimo che si tenta di rimettersi a posto che però ci rimane scoperto un fianco e non possiamo ridare equilibrio scivolando con la linea difensiva perché eravamo tutti propensi ad andare. Dove si sbaglia: si sta 2-0 per noi. Quello è un equilibrio che va mantenuto, dei giocatori esperti la debbono saper leggere. Poi Digne riparte e nel recuperare la posizione lui la recupera, la fa riconquistare la palla un paio di volte, poi quando fa lo scatto con D’Alessandro dopo aver rallentato e che probabilmente sia stato anche per la botta presa, ma dove invece mantiene la forza della corsa e la qualità che ha, soltanto in questi due momenti, laggiù la palla non si recupera come si immaginava e ci fanno un gol che noi non dobbiamo assolutamente prendere. Non possiamo prendere. Ma la colpa non è sua ma è una disattenzione, è il momento in cui porta palla Manolas che è un modo sbagliato di ragionare, che quell’altro va a farsi vedere e tutti e due si va oltre la linea dei due attaccanti esterni sul 2-0 per noi. dobbiamo sempre mantenere un equilibrio perché quello è il momento peggio della partita, quando c’è il cambio di possesso è il momento peggiore tattico della partita. Tutti si aprono per giocare, palla riconquistata verticalizzata, c’è l’inversione a dover ricomporre la squadra, a dover fare una cosa che non eri pronto con la testa, pensi a un’altra situazione. Però con dei calciatori lo dobbiamo fare, con altri ci dobbiamo aspettare quello che è successo, che è il momento della perdita di palla. Io non ho detto di Digne, ma di squadra in fase difensiva perché poi la scelta era quella lì: facendo giocare Zukanovic centrale, facendo giocare Rudiger a destra, la scelta è quella di andare poi sulla fisicità, sull’integrità di forza a livello difensivo, sull’uno contro uno che possono proporre questi due piccoletti , nel mezzo c’è Borriello che è un calciatore straordinario, ha qualità che c’hai lì e lo puoi vedere, lo puoi toccare, ce l’hai lì non è come le punte del Carpi che riconquistavano palla e poi via sempre alla bandierina, lui gliela giocano addosso. Mi sembrava tutto a posto come scelte, poi invece non è così e se viene questa gestione l’allenatore è segno che deve ancora dire qualcosa alla squadra e può essere tirato in ballo. Su questo cerco di spiegarglielo meglio oggi perché giustamente mi avete tirato in ballo.

Sul futuro?
Se non succedono cose che riguardano la proprietà rimango qui, sono un dipendente della società, rimango qui.

A Roma-Palermo fu fischiato, che accoglienza si aspetta domani?
Pensi che mi faccia intimorire da quello che trovo fuori, da quello che dicono a mia moglie? Ci vogliono altri 7-8 anni per conoscerci meglio.

Lei è più freddo di Garcia come comunicazione…
Io non ho sentimenti nella scelta della formazione per vincere le partite. Non è che non ho un’anima se un calciatore ha bisogno di qualcosa. Se metto fuori uno o un altro credo che sia giusto così. Io voglio bene ai miei giocatori, voglio avere un contatto, gli abbraccio, voglio anche baciarli. Io lo dico, dico anche che voglio distribuire quelli che sono i metodi giusti, quelli che hanno un impegno giusto, non voglio a tutti bene uguale. Voglio più bene a quelli che arrivano in orario, quelli che danno il massimo, quelli che stanno attenti ai dettagli, quelli che si curano i tacchetti, faccio questa distinzione.

Non ritiene questo muro contro muro una cosa che può nuocere alla Roma?
Io non ho incontrato nessun calciatore nel corridoio, perché si scrive che mi sono menato con Totti. Tu devi fare nomi e cognomi, sennò dico che tu eri vicino ad un bandone, spero che ci siano anche per voi delle regole, come si può dire che ho messo mani addosso ad un calciatore? Non è stato scritto? Dentro lo spogliatoio è una cosa mia, ho la mia facoltà nel dimostrare il mio dissenso per la gestione della partita. Io mi sono dovuto difendere, ho dovuto fare un comunicato… Non c’è stato nessun contatto fisico, ho parlato dentro lo spogliatoio della gestione della partita, mi aspettavo di stravincere quella gara lì, per fortuna siamo riusciti a pareggiarla. Non offendo nessuno a dire in questa maniera qui, è un’analisi della partita corretta.

Si aspettava una reazione mentale diversa da Dzeko?
Bisogna essere sintetici anche su questo: Dzeko è Dzeko. Dipende da lui, se mi fa vedere quel centravanti che è, quella punta che si è ritagliato a livello internazionale bene, se non me lo fa vedere ne prendo atto. Dipende da lui, rifaccio quello che non ha sentimento. Se fa vedere le sue qualità lo uso, sennò non lo uso. Ci deve far vedere le sue qualità, io sono lì a guardare.

Dzeko si trova meglio con un partner d’attacco, è possibile valutare questa opzione?
Questa è un’osservazione tecnico-tattica giusta da parte tua, si guardano tutti i dettagli e i particolari e può dipendere da questo. Io dei dubbi ce l’ho: un calciatore importante come lui, che debba dipendere da un altro vicino per evidenziare le sue qualità è una cosa che non posso pensare. Non posso fare la formazione prendendo un reparto tutti insieme, devo pensare alla forza individuale per fare una formazione. Domenica Salah faceva quasi più l’attaccante, ci ritrovi qualcosa di questo discorso tattico. Loro hanno tenuto Dramé tutta la partita più stretto proprio perché Salah faceva più la punta, lo volevamo portar via dalla marcatura di Dramé. Loro hanno cercato di ovviare portando Dramé a fare quasi il centrale, poi l’hanno lasciato andare quando perdevano. Noi nella prima mezz’ora siamo riusciti ad aprire lì a destra, con Rudiger e Florenzi che partiva in bandierina. Ci abbiamo giocato molti palloni lì sulla destra tra Gomez e Dramé. Quindi Dzeko, con Salah più vicino, era messo nella condizione di poter fare bene. Penso che noi italiani abbiamo questo difetto: invece di prendere le qualità che arrivano dagli altri cerchiamo di dare le nostre a loro. Lui ha fatto così, invece di portare quei contrasti tipici del calcio inglese, si è adattato male, si è sbagliato noi a dargli quest’idea e lui a prenderla. Dzeko da qui in avanti ci deve far vedere che è Dzeko, non c’è più tempo.

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