La Repubblica (P. Torri) – Stanno ancora tutti lì, sulla riva del fiume. Sorci (si può dire?) mediatici, vedove inconsolabili che non riescono a farsene una ragione di come le cose potessero essere diverse, falsi paladini dell’etica, invertebrati naturali incapaci di elaborare un pensiero indipendente.
Stanno tutti lì, sulla riva del fiume, inchiodati tra le loro miserie, dalla Roma di Daniele De Rossi, bella e possibile come qualcuno, al contrario, aveva provato a convincerli (riuscendoci) che non potesse essere, capace di andare a vincere a San Siro contro il Milan nella prima sfida dei quarti di finale di Europa League. In uno stadio in cui nelle due precedenti visite stagionali in campionato, era stata presa a pallonate dallo stesso Milan e dall’Inter.
Decima vittoria stagionale in sedici impegni, quattro pareggi, due sconfitte, una con molti rimpianti contro l’Inter, la seconda a Brighton del tutto ininfluente. Questi i numeri della metamorfosi che il Sedici è stato in grado di concretizzare da quando è tornato a casa, a Trigoria, accettando con il sorriso di una personalità devastante la fortuna, come l’ha definita lo stesso De Rossi, di avere l’opportunità di allenare la sua
Roma che “ha giocatori forti” quando al contrario sembrava che in maglia giallorossa ci fosse solo una banda di scarsoni.
Sulla riva del fiume, si domandano come mai questo ragazzo stia riuscendo a convincere un po’ tutti di essere bravo. Soprattutto di avere idee che poi è la chiave di tutto.
Che dire di quel Faraone spostato sulla corsia destra per andare a disinnescare, riuscendoci, la celebrata corsia sinistra, Theo e Leao ridimensionati a giocatori normali. Un Celik restituito agli anni di Lille quando vinse il titolo strappandolo al Psg? Smalling restituito al calcio come se non fosse trascorso l’anno più difficile della carriera dell’inglese? Paredes? Spinazzola gestito con l’intelligenza di
chi sa di calcio?
Stanno tutti ancora lì, sulla riva del fiume. Sperando che la partita di ritorno contro il Milan, dia contorni di successo alle loro miserie, non capendo che, in ogni caso, il cadavere che aspettano non passerà comunque. Sia chiaro, la semifinale è ancora da conquistare, ma De Rossi ha già vinto.