La Coppia. Dzeko e Kolarov, specialisti in notti difficili: insieme 84 gare di Champions

Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Ebbene, questa Roma del terzo millennio non dev’essere stata poi un disastro visto che Daniele De Rossi senza mai uscire dalla maglia giallorossa è riuscito a mettere insieme 51 presenze in Champions League. Che oggi, a meno di invenzioni filosofiche da parte di Di Francesco, diventano 52. Il veterano di questo tipo di trincee è lui. Lo seguono, allineati e coperti come è capitato spesso nella loro vita, Edin Dzeko e Aleksandar Kolarov: 43 partite il primo, 41 il secondo, 84 in totale. A Dzeko non contiamo neppure le due gare di qualificazione disputate contro il Porto, anche perché è meglio dimenticarle. La posizione successiva in classifica è occupata all’unisono da Maxime Gonalons, che sfrutta gli anni lunghi e fruttiferi di Lione, e Kostas Manolas, ancora giovane ma già indurito.

OSTILI – Gli esperti comunque sono loro. De Rossi a parte, Dzeko e Kolarov possiedono la scienza, la conoscenza e il nerbo che le partite europee richiedono. Quando esci dal campionato e ti avventuri in Champions League è come iscriversi a un altro sport. E’ soprattutto questo distacco netto difficile da digerire per le squadre italiane che la Roma teme, oggi che affronta lo Shakhtar in Ucraina. Con tutta la loro esperienza, né Dzeko né Kolarov hanno mai affrontato lo Shakhtar Donetsk, cosa invece capitata – e mal gliene incolse – per esempio a De Rossi. Ma hanno visto ben altro: Barcellona, Real Madrid, Manchester United e tutte le cose peggiori che vi vengono in mente. Durante il loro percorso in territori ostili, Dzeko ha segnato 12 gol e distribuito 7 assist; Kolarov è a 4 e 6 rispettivamente. Non hanno mai vinto la Champions League, è chiaro, e neppure l’Europa League se è per questo. Però, insieme, hanno conquistato due titoli inglesi. Non è più complicato, tutt’altro, ma in un certo senso va persino oltre. A fare bene i conti negli ultimi anni la Premier League ha incassato in diritti Tv cifre maggiori dello stesso torneo europeo sovrano.

FAR BENE – Verrebbe da dire che è arrivato il momento di colmare il vuoto di Champions nel curriculum se i due non stessero alla Roma, la qual cosa invita a un sano realismo. Però si è visto di recente a Londra quanto pesino Dzeko e Kolarov nei viaggi in giro per il continente di una navicella fragile come la squadra s’intestardisce a essere. Quando i giallorossi si erano trovati senza accorgersene sotto di due gol contro il Chelsea, così, per banale rassegnazione, ed è stata la bizzarra coppia a tirarli a galla. Kolarov realizzando di pura testardaggine la rete che ha riaperto la partita, Dzeko aggiungendoci la doppietta del sorpasso. Quel giorno non finì in gloria, ma neppure a schifo: fu pareggio per 3-3 e la Roma si convinse di non essere capitata in Champions League per un sadico tiro del destino bensì con pieno diritto di cittadinanza. Adesso che a Kharkiv piove e nevica, tuona e tira vento, avere intorno quelle facce da fronte del porto non può che far bene. Alla Roma. E male agli altri.

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