Corriere dello Sport (R. Maida) – Pensava di allegare un’appendice stimolante al libro di una strepitosa carriera. Invece Mats Hummels in due mesi di Roma ha fatto notizia per una serie di post sarcastici su Instagram, l’autogol nei pochissimi minuti giocati a Firenze. E addirittura, udite udite, per essersi momentaneamente allontanato dalla panchina di Verona. L’ultima faccenda sarebbe quasi trascurabile, se il diretto interessato ieri non si fosse sentito in dovere di precisare la verità. Dopo pochi minuti del secondo tempo Hummels è in effetti rientrato negli spogliatoi per una necessità, come dire, personale. Ma poi è regolarmente tornato al suo posto continuando a seguire la partita.
Dato a Hummels ciò che è di Hummels, rimane inspiegabile la scelta di rinunciare a un giocatore del suo livello in una difesa che ha incassato altri tre gol. La spiegazione ufficiale dell’allenatore è che in quel ruolo N’Dicka gli dà più garanzie «e da centrale fra i centrali può diventare un top». Hummels a suo giudizio potrebbe giocare solo al suo posto, non nelle altre due posizioni del terzetto che piuttosto Juric riempie con due adattati come Celik e Angeliño. Ma è un calciatore talmente forte ed esperto da meritare almeno un tentativo. Se non si può abbandonare la difesa a tre, Juric potrebbe una volta schierarlo nel mezzo spostando N’Dicka sul centrosinistra.
D’altra parte alcun modo una squadra di Juric: nelle dieci partite del nuovo corso ha sempre tenuto la palla più degli avversari. Ed è quasi sempre stata spaccata a metà: il Verona ha trovato spazi comodi tra i reparti quando usciva dal basso e superava la prima (spesso blanda) linea di pressione. Se la squadra ormai è tarata sulla supremazia territoriale, il piede di Hummels può fare molto comodo in impostazione. A Bruxelles magari sarà diverso, con Hermoso infortunato. Chissà che non sia davvero arrivata la sua serata.
Foto: [Michael Campanella] via [Getty Images]