Corriere dello Sport (G.Dotto) – Nella tarda mattinata Mourinho si è presentato in Campidoglio dopo aver scambiato due parole con la Sindaca Raggi. Si è infilato nella sala della Terrazza Caffarelli e davanti a 67 giornalisti ha scandito in perfetto italiano: “Io sono l’allenatore della Roma e voglio essere solo questo“. Il romanista medio non ha ancora assorbito lo choc dell’inverosimile, ovvero l’assurda possibilità che la Naomi Campbell della panchina sia cascata nel suo scricchiolante letto di glorie vetuste ma di presenti miserie, e stia qui ora in mezzo a noi a dirci: “Sono tua e tu sei mio“.
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Mourinho impeccabile, seduttivo e speciale in tutti i 42 minuti della presentazione. L’omaggio iniziale ai tifosi e la strepitosa chiusa degna di lui: “I bambini che dovessero nascere a Roma nel 2022 con l’eventuale titolo da festeggiare? Non chiamateli José, chiamateli Giuseppe” e giù il sorriso maliardo da manuale. Dopo tanti anni di marziani a Roma, finalmente un mito. La Roma è in buone mani, se le mani sono le sue.