Il nuovo stadio della Roma e il rigore di Zingaretti. La partita di Tor di Valle è destinata a spostarsi per lo sprint finale in Regione dove il governatore vigilerà «affinché trasparenza e garanzie vengano rispettate».
Il passaggio non accadrà subito, ma non prima di un mese, appena cioè l’Aula Giulio Cesare avrà licenziato la delibera di giunta sul «pubblico interesse» dell’opera approvata giovedì sera. Dopo i passaggi in Consiglio e in commissione – «la delibera è blindata al massimo ci sarà qualche raccomandazione» fanno capire dalla maggioranza in Comune – la palla arriverà in via Cristoforo Colombo per la gara di ritorno. All’andata, nella conferenza dei servizi preliminare, i tecnici della Regione bollarono come «eccessiva» la parte commerciale, direzionale e turistico-alberghiera che dovrebbe sorgere nei pressi dell’impianto per un totale di 900 mila metri cubi.
Una bocciatura figlia «della notevole difformità rispetto all’indice di edificabilità consentito superiore di quasi tre volte». Ma alla fine il sì della giunta Marino ha ignorato queste prescrizioni dando il via libera all’interesse pubblico seppur con una serie di paletti su infrastrutture da completare subito e proprietà della Roma da legare il più possibile all’impianto.
L’ITER – Ma a ottobre cosa succederà in Regione? «Il nostro compito – ha spiegato il presidente Zingaretti – sarà quello di convocare la Conferenza dei servizi in modo da verificare che il progetto presentato dalle imprese sia in sintonia con la delibera. Quindi ovviamente seguiamo con grande attenzione un tema della cui importanza per la città siamo coscienti. Lo seguiamo con assoluto rigore affinché i passaggi, le garanzie e la trasparenza siano rispettati». In queste ore l’ufficio legislativo di Zingaretti è al lavoro per capire se la pratica debba seguire un percorso simile a una variante al Piano Regolatore, quindi con il sì della giunta dopo la conferenza dei servizi e la Vas (la Valutazione ambientale strategica), o se invece grazie alla corsia privilegiata della legge sugli stadi possa farne a meno.
Intanto, però, il presidente della commissione Urbanistica Enrico Panunzi (Pd) spiega:«Aspettiamo di vedere le carte: ci sarà sicuramente una discussione tecnica e non escludo nemmeno quella politica. L’assessore Caudo dice che non abbiamo voce in capitolo sulle cubature? Una trasformazione urbanistica del genere non può passare inosservata». Prima dovranno andare in rete gli ultimi passaggi in Campidoglio, «dove il provvedimento dopo un passaggio nei municipi e nelle commissioni comunali competenti, andrà in assemblea capitolina dove potrebbe essere approvato tra settembre e ottobre», dice il presidente dell’Aula Mirko Coratti. Dall’opposizione, Dario Rossin (FI) attacca: «La delibera approvata in giunta va riscritta: l’area su cui sorgerà l’impianto della As Roma, infatti, è già gravata da un traffico veicolare imponente e dalla pericolosità di due arterie come la via del Mare e la via Ostiense». Il sindaco Marino, però, guardare alla prima pietra: «I lavori potranno iniziare nei primi mesi del 2015».