Il bar è sempre quello, il «Caffé Fleming» in via Flaminia Vecchia. Anche la casa è sempre quella: l’attico di via Achille Loria, quartier generale di «Zemanlandia » nella Capitale. E’ passato un secolo, da quando il boemo allenava prima la Lazio e poi la Roma. Ma il mondo, a Collina Fleming, sembra essersi fermato. L’edicolante, il barista, il ristoratore, l’hotel in piazza, dove il tecnico portò in ritiro il suo Foggia, nei playoff per la serie B contro l’Atletico Roma. Casa e bottega, perché da quando Zdenek lasciò la panchina dei giallorossi, nell’estate del ’99, il boemo ha girato il mondo lasciando i piedi nella Capitale.
La sua famiglia, da qui, non si è mai mossa: la moglie Chiara, i due figli, uno — Karel —che ha tentato di seguire le orme del padre come allenatore. Posti, abitudini, riti. Sui muri intorno alla casa, campeggiano le scritte: la doppia Z ed un eloquente «Zeman torna». Il suo ufficio è il bar, dove il tecnico incontra persone, riceve i giornalisti. O formulava proposte «indecenti», come quella a Beppe Signori, per raggiungerlo alla Roma. Se volevi avere una sua dichiarazione, lo trovavi lì o a via Bevagna. E poi i ristoranti: in particolare la «Trattoria la Norma», cucina siciliana doc. Negli anni, si è aggiunto il golf, in uno dei circoli della zona.
Se Zeman firmerà, di nuovo, per la Roma, si ricomincia. L’antipasto è stato amaro: il furto nella sua casa di Pescara, ultimo «souvenir » del soggiorno in Abruzzo. L’ad romanista Claudio Fenucci conferma: «A breve ufficializzeremo il nuovo allenatore». La sua Collina lo aspetta.
Corriere della Sera – E. Menicucci