«E’ l’ultima occasione di allenare una big e spero di rifare a Roma quello che ho fatto a Pescara». Il che, tradotto, vuol dire poi vincere. Zeman si ripresenta così alla Roma e lo fa nel giorno del Memorial Franco Mancini, del suo addio a Pescara, «dove sono stato bene come da nessun’altra parte». Anche se qualcuno ci è rimasto male. «Ma avevo il contratto di un anno – dice uno Zeman al limite della commozione – è continuità professionale. Pescara mi resterà nel cuore, ma non ho tradito».
Missione giallorossa Zeman torna alla Roma, dunque, la prossima settimana ci sarà l’ufficialità. «Torno perché prima non sono riuscito a fare quello che dovevo fare. Il contratto? Preferisco sempre firmare annuali, per non pesare sul club. Vedremo…». A Roma, ritroverà Totti, che ieri lo ha definito ancora «un grande, ma questo non lo scopro certo io». Il boemo ringrazia: «Ma con Francesco non abbiamo mai smesso di vederci». Come lui, tra le sue ex squadre, non ha mai smesso di preferire la Roma alla Lazio. «Per il progetto e per il modo di fare calcio. Alla Lazio non mi ci vedo. Vivo a Roma da 18 anni e in tanti mi chiedevano di tornare. Spero continuino a farlo…». E alla fine si convincerà anche Stekelenburg. «Zeman lo conosco solo di nome – ha detto l’olandese – Sono sorpreso dall’addio di Luis Enrique, ero venuto a Roma anche per lui».
Pescara nel cuore Nelle ultime 7 gare (vinte), il Pescara ha segnato 24 gol (subendone 3). Tra la gente biancazzurra c’è paura. Di non vedere più tanta bellezza. «Ho provato a convincere il mister a fare una “carrambata” fino ad un minuto fa», ha detto il presidente Sebastiani. «Io spero di vedere il Pescara ad alti livelli – ribatte Zeman – Ricordo ancora la presentazione, con i tifosi che gridavano “Serie A” senza che ce ne fossero i presupposti. Sono contento di avergliela regalata». E quando gli chiedono se, all’uscita dei calendari, si segnerà la sfida con la Juve, ribatte. «Per me tutte le squadre sono uguali, tranne il Pescara per cui provo grande affetto». Lascia dopo aver regalato la vetrina a tanti giovani, Verratti e Insigne su tutti. «Sono ragazzi di qualità, che hanno fatto un grande campionato e spero facciano carriera. Se ruberò qualche gioiello? Non credo. Poi se qualcuno non serve e può servire a me… (ride, ndr)». Ma Verratti ha le idee chiare: «Resto a Pescara. Zeman? Magari un giorno ci rincontreremo».
Il calcio di oggi Dall’altra parte, però, c’è anche il calcio delle scommesse e degli scandali. «Non bastavano problemi economici e terremoti. Con i processi speravo in pene pesanti per chi ha sbagliato, purtroppo non sta succedendo, sono preoccupato che questa situazione possa continuare, il calcio di oggi ha grosse difficoltà morali. Fermarsi? Ci sono stati momenti più brutti e lì forse era anche giusto fermarsi per un anno. Oggi no». Ed allora speriamo che la prossima Serie A sia più bella. «L’Italia soffre calcisticamente, anche in Europa. Mancano le idee, i giocatori non sono più quelli di una volta. Ma la qualità generale resta grande, è la mentalità delle squadre che forse non lo è». Bentornato Zeman. In Serie A. Ed a Roma.
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese