“Ho parlato con la società e penso che siamo a buon punto”. Non siamo ancora all’ufficialità, che dovrebbe arrivare entro la fine della settimana, ma Zdenek Zeman parla già da allenatore della Roma. Il tecnico boemo nelle prossime ore comunicherà ufficialmente al presidente Sebastiani che ha scelto la Roma ma prima incontrerà Walter Sabatini (ieri era a Milano) per mettere a posto gli ultimi dettagli (si va verso un contratto biennale ad una cifra inferiore al milione di euro, esclusi i premi). Ai microfoni di Sky, Zeman anticipa il suo futuro partendo dal passato. “Sono uscito dalla Roma in un periodo in cui dovevo uscire, per un problema politico e non per rendimento. Nel ’98, quando è esploso lo scandalo del laboratorio antidoping, la squadra ha perso più di 20 punti per decisioni di altri. Con quei punti saremmo stati competitivi ma credo che abbiano fatto bene a cambiare. Se torno non è per prendermi una rivincita”.
Si ripartirà dai giovani, ma non solo. “A me piace gente che vuole migliorare, anche se è normale che un ragazzo giovane abbia più motivazioni. Ho avuto giovani e anche campioni di 30 anni, non decide l’età ma la voglia di fare. Totti? E’ presto per parlarne ma se dimostrerà di essere il più bravo in quel ruolo giocherà sempre. Si gioca per merito e non per il nome, incide quello che si fa sul campo. Guadagno meno di Luis Enrique? Non so quanto prendeva e non mi interessa”.
In attesa dell’ufficialità e delle richieste di mercato, si può ragionare sui calciatori ora in organico. La difesa sarà il reparto più rivoluzionato: già partiti Cassetti e Cicinho, andranno via Juan e Heinze mentre Rosi e José Angel sono in cerca di riscatto. Sulla conferma di Kjaer i dubbi sono solo economici (bisogna trattare col Wolfsburg). Tornerà Crescenzi, arriveranno Dodò e forse Castan. A centrocampo si cerca un titolare. De Rossi è inamovibile, così come Pjanic. Marquinho è più adatto di Gago, che potrebbe non essere riscattato. Troveranno spazio Viviani e Florenzi, partiranno Pizarro, Greco e Brighi. In avanti Totti, Osvaldo, Bojan, Lamela e Borini sembrano nati per il 4-3-3, così come Caprari. Borriello guadagna 5.4 milioni lordi all’anno. Troppi.
Corriere della Sera – Gianluca Piacentini