Il Messaggero (A. Angeloni) – Undicesima giornata all’epoca, stagione 2019-2020, undicesima la prossima, tre anni dopo. C’era il Napoli all’Olimpico, ci sarà il Napoli pure in questa occasione. Sono cambiati gli allenatori, da Fonseca-Ancelotti, siamo passati a Mourinho-Spalletti.
Nicolò Zaniolo in quel periodo era più o meno quello che rappresenta ora Khvicha Kvaratskhelia per il Napoli: un talento in piena esplosione. Nicolò veniva da due reti consecutive (realizzatecontro Milan e Udinese) e la terza l’ha messa a segno proprio contro la squadra di Carletto.
Domenica saranno 1086 giorni da quel pomeriggi odi felicità e di grandi sensazioni. Zaniolo in questi tre anni si è trasformato. Due operazioni al ginocchio, il fisico sofferente, la mente che stenta a reggere le pressioni ed è piena di voglia di rivincita.
Lui cresce e matura (significativo il gesto nei confronti del giovane under 17 dello Spezia, Jacopo Foce, infortunatosi gravemente al ginocchio: Nicolò lo ha aiutato, facendolo operare nella “sua” clinica, dal professor Fink in Austria) ma il tempo si accorcia, così come il suo contratto con la Roma, che ha bisogno di essere rinnovato: Nico chiede soldi da top player, la Roma lo valuta uno sproposito e per ora la firma non arriva. Zaniolo ha bisogno di decidere un big match e riesplodere come a Tirana, quando sì, in terra straniera, è stato determinante.