Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Parafrasando Gian Pieretti (momento vintage) se esulti ti tirano le pietre e se non esulti ti tirano le pietre. L’ultima giornata di campionato ha visto scoppiare due casi: l’abbonato alla polemica Nicolò Zaniolo e la new entry Vincenzo Italiano. Zaniolo è recidivo: aveva esaltato sguaiatamente a Roma, contro i suoi ex tifosi giallorossi, e si è ripetuto a Cagliari. Lo ha rimproverato anche il suo allenatore, in pubblico, con un concetto però discutibile: non ha sbagliato perché bisogna rispettare gli avversari, ma perché così ha incendiato l’ambiente ridando forza e spinta al Cagliari. Siamo sicuri che, in privato, Gian Piero Gasperini abbia spiegato a Zaniolo pure altro.
Italiano si è preso i rimproveri del d.s. Daniele Pradè per la “tarantella” alla fine della partita vinta dal Bologna contro la Fiorentina, ex squadra del tecnico. Italiano è sempre stato sanguigno, magari ha esagerato, però è stato meno ipocrita di chi non esulta per ricordare il passato remoto. Quagliarella, per non aver esultato dopo un rigore segnato contro il Napoli si giocò il rinnovo del contratto.