Zalewski, il polacco di Tivoli strega Mou: “Mi manda Boniek”

Leggo (F.Balzani) – C’è chi è scappato dalla guerra come Darboe, chi studia Economia alla Luiss come Bove e chi ha dovuto già affrontare due infortuni terribili come Calafiori. L’Accademia romanista, frutto del lavoro di Bruno Conti e di tutto il suo staff, riserva storie incredibili e prospettive di successo. Il nome salito alla ribalta e che ha stregato prima Pinto e poi Mourinho però è quello di Nicola Zalewski. Che tradisce chiare origini polacche e che ha un mentore d’eccezione: Zibì Boniek. Il talento 19enne è nato a Tivoli da Krzysztof ed Ewa Zalewski, emigrati in Italia nel 1989, per evitare che l’uomo fosse costretto a prestare servizio militare per il partito comunista. Inizia nello Zagarolo e un torneo nel 2011 gli cambia la vita. Conti lo nota e lo porta a Trigoria per un provino. Non ne uscirà più. A consigliarlo è stato proprio Boniek che nel 2018 prova a strapparlo all’Italia per farlo esordire con la Polonia. Zalewski ringrazia ma rifiuta garbatamente. Il Bello di Notte, oggi presidente della Federcalcio polacca, non usa mezzi termini: «Mangio spesso con suo papà, è una bella famiglia e lui ha un grande talento. Ha fatto vedere che è pronto per giocare con i grandi. Doveva solo migliorare il possesso palla e l’ha fatto. Svaria su tutto il fronte e ha una grande fame. E se segue Mourinho». In privato prima Petrachi e poi Pinto hanno speso paragoni anche più azzardati per il trequartista che ha stregato lo Special One. Il dilemma da sciogliere in questi giorni è solo: portarselo subito in prima squadra o cederlo in prestito in serie A. La decisione sarà presa entro lunedì prossimo. La storia insegna che con Mourinho i giovani sbocciano: da Casemiro a Cech passando per McTominay. Intanto c’è Zaniolo da tutelare. Il numero 22, reduce da un lungo stop, è stato preso di mira dai difensori avversari contro la Triestina. Mou non ha gradito e negli spogliatoi se l’è presa con capitan Lopez. Poi ha parlato con Nicolò. Ieri, infine, la Raggi ha speso parole al miele: «Mou e lo stadio segni della serietà dei Friedkin». D’Amato, invece, se l’è presa coi tifosi: «Assembramento di mercoledì è benzina sul fuoco per il virus». Tremendamente vero, purtroppo.

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