Allora Vincent, facciamo un tuffo nel passato. Quali sono i ricordi più importanti della tua esperienza a Roma?
Sicuramente il primo gol nel 96-97, contro il Verona. Riuscii addirittura a segnare una doppietta in quella partita. Poi il grande feeling con la tifoseria giallorossa. Ovviamente porto nel cuore l’anno dello scudetto del 2001, una stagione di sacrifici e di tante belle partite.
A proposito di scudetto, quale fu il segreto del successo?
Il gruppo. Eravamo 22 tra titolari e riserve e io mi ricordo benissimo di Lupatelli, Mangone, Rinaldi, Di Francesco e Nakata. Sono stati fondamentali come noi titolari, perchè quando entravano davano sempre il loro contributo. Ti racconto un aneddoto particolare. Noi calciatori non potevamo avere la moto, ma quell’anno, undici di noi acquistarono un Harley Davidson. Fu un modo simpatico per fare gruppo.
Ora torniamo al presente. Cosa pensi di questa Roma?
Hanno iniziato molto bene, con due vittorie in due partite. Ci sono stati tanti cambiamenti nel mercato, tra arrivi e partenze. E’ arrivato un allenatore francese che sembra aver portato armonia. Forse manca un bomber da 20-30 gol stagionali, ma la squadra c’è e con un pò di fortuna si può lottare fino alla fine per la Champions.
Dalla Roma dei grandi, ai piccoli campioni del futuro. Raccontaci di questo progetto della scuola calcio.
Il progetto è partito con l’apertura della scuola di Boccea, il 2 settembre. Ce ne occupiamo io ed un socio esperto del settore, siamo preparati e pronti a lavorare con i bambini. Essere un ex giocatore non è garanzia di successo, anche perchè è molto difficile ed è una grossa responsabilità nei confronti dei genitori. Sono uscito allo scoperto perchè mi sento pronto e sarò presente per controllare come vanno le cose.
Una novità interessante, rispetto alle altre realtà, è che lavoreremo tre volte a settimana invece di due, più la partita del sabato e della domenica. Il lavoro sarà sia di squadra che individuale e l’obiettivo primario è la crescita graduale del bambino.”
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