Il Messaggero (S. Carina) – Adesso arriva il difficile. E per una volta non è il solito modo di dire o il tentativo di cercare un paradosso a tutti i costi. Perché conquistata la finale di Conference League, il rischio appagamento per la Roma è dietro l’angolo. Aspettando il 25 maggio, il pericolo che la squadra possa staccare la spina c’è. Inevitabile, umano, per certi versi anche comprensibile pur considerando che si tratta di professionisti pagati per giocare ogni partita come fosse l’ultima.
Tuttavia considerando che vincendo a Tirana i giallorossi potrebbero in un colpo solo tornare ad aprire la bacheca e qualificarsi direttamente alla prossima Europa League, l’idea di preservarsi, di non rischiare infortuni (vedi Mkhitaryan), di provare a gestire l’attuale classifica – confidando poi in un calendario amico (Venezia e Torino) – esiste. Firenze però rappresenta l’ultimo scoglio, quello che se superato potrebbe regalare un paracadute nell’ipotesi nefasta che nessuno a Trigoria vuole prendere giustamente in considerazione. La gara di domani va dunque affrontata al massimo. A partire dalle scelte.
Toccherà a Mourinho non sbagliarle. Contro il Bologna, alla vigilia del match contro il Leicester, José ha cambiato molto: sei volti nuovi rispetto al solito. Troppo, forse. Lo ha lasciato intendere anche lui nel post-gara pur ribadendo che la mezz’ora finale doveva bastare ai vari Pellegrini, Abraham e Zalewski per cambiare in corsa un match incanalato sul pari. Ripetere l’errore (?) domani potrebbe stavolta costare più caro, anche perché contro i viola è una sorta di spareggio.
Sia chiaro, nessuno come José conosce la condizione del gruppo. E l’Abraham uscito con i crampi, l’Ibanez acciaccato, lo Zaniolo stravolto dalla fatica non sono passati inosservati nemmeno agli occhi svagati di chi giovedì era in tribuna. Va però ricordato che la Roma ha goduto di un giorno in più di riposo, che Tirana è lontana 17 giorni, che eventualmente il turnover drastico potrebbe andare in scena sabato prossimo quando il Venezia potrebbe presentarsi all’Olimpico già retrocesso.
Tutti segnali che un tecnico meticoloso ed esperto come José starà ponderando. Ieri nelle prove tattiche svolte ha mischiato un po’ le carte ma è comunque lecito attendersi dal via Kumbulla, Veretout, uno tra Felix e Shomurodov, forse Viña.