La Repubblica (E. Currò) – Comincia stasera a Coverciano il raduno più importante della Nazionale di Mancini, che tra 2 mesi, ai play-off, si giocherà il Mondiale: 35 convocati, con Balotelli ripescato dopo oltre 3 anni di esilio, con gli oriundi Joao Pedro e Luiz Felipe, coi debuttanti Frattesi e Ricci e col sistema di riserva (il 3-5-2) da provare come alternativa al 4-3-3.
Stavolta i club sembrano essersi messi la mano sul cuore, un cuore azzurro. Durante le qualificazioni, a settembre, ottobre e novembre scorsi, non erano stati esattamente altruisti verso Mancini e i suoi campioni d’Europa, scivolati al secondo posto del girone dietro la Svizzera e costretti al rischiosissimo passaggio a livello: se supereranno il 24 marzo a Palermo la Macedonia del nord, il 29 troveranno allo spareggio in trasferta il Portogallo di Cristiano Ronaldo o la Turchia.
I presidenti, anche in questa rischiosa fase di Covid e anche in assenza di obbligo regolamentare, hanno concesso i loro calciatori, alcuni dei quali potrebbero raggiungere Coverciano malgrado siano infortunati, proprio per prendere parte alle prove tattiche e per rinsaldare lo spirito di gruppo: tra gli indiziati Bonucci, recordman di presenze (114) con Chiellini. Il momento, del resto, è delicato. Va scongiurata la prospettiva di 12 anni senza l’Italia al Mondiale: dal 2014 al 2026, un disastro senza precedenti e un paradosso per la squadra fresca di titolo europeo.
La ragion di Stato, per il ct, consiste nel valutare ogni risorsa possibili. Gli mancano 10 campioni d’Europa (Donnarumma, Bonucci, Verratti, Jorginho, Emerson, Acerbi, Belotti e i suddetti Chiesa e Spinazzola), più il titolare aggiunto Lorenzo Pellegrini. Ma l’emergenza diventa un’occasione. Il ct ha richiamato Balotelli, non ha abbandonato Sensi e De Sciglio, ha promosso Zaccagni, mette sotto esame l’incursore del Sassuolo Frattesi e il regista dell’Empoli Ricci e battezza 3 giovani: il portiere Carnesecchi, il difensore Scalvini, il centrocampista Fagioli.