Corriere dello Sport (F. Bandinelli) – Da una parte l’evoluzione, con la necessità di separare le carriere tra “arbitro di campo” e addetto al Var, con conseguente necessità di corsi di specializzazione per Video Match official, dall’altra la consapevolezza, soprattutto degli errori commessi. Alfredo Trentalange, presidente dell’Aia, e il designatore Gianluca Rocchi oltre alle immagini ci mettono gli audio registrati nel Vor.
Numeri alla mano, nonostante un perdurare di errori (13 quelli certificati in 295 partite su 1550 check), il margine di sbaglio si è ridotto (senza Var 93 gli errori, il 6%). Falli, rigori e interventi Var sono in linea con lo standard europeo. Non si tornerà indietor, anche se l’obiettivo sarà quello di implementare la formazione degli arbitri. Presto sarà attivato un corso per allargare la squadra di Var Pro già esistente, con una separazione delle carriera.