Il Verona di Mandorlini

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Guardando la classifica è la sesta squadra della Serie A, ma nel punteggio ottenuto (8 punti) è la terza forza del campionato insieme a Inter e Sampdoria. Si tratta del Verona di Mandorlini, nuova realtà del calcio italiano dopo l’exploit della scorsa stagione in cui sfiorò l’Europa League di pochi punti. Dopo i fasti degli anni Ottanta, che videro l’Hellas vincere lo scudetto nel 1985, la squadra veneta sembra tornata su buoni livelli. Nonostante la cessione di Iturbe alla Roma in estate, che ha fruttato 24,5 milioni di euro bonus compresi, il valore della formazione non è affatto scemato. “Vogliamo valorizzare i giovani e divertire i tifosi, il modello è il Borussia Dortmund”, è l’ambiziosa idea del presidente Setti. Consultando il minutaggio dei giocatori, emerge che lo “zoccolo duro” è formato dal portiere Rafael, i difensori Marquez e Moras, i centrocampisti Mounir e Tachtsidis, l’attaccante Toni. Il fiore all’occhiello della campagna trasferimenti, l’argentino Saviola, ha fatto il suo esordio nella gara con il Genoa. L’uomo che ha segnato più gol (2) è il moldavo Ionita, peraltro primo moldavo di sempre ad andare in gol in Serie A. È un centrocampista di qualità – classe 1990 – arrivato in Italia dall’Aarau a parametro zero. Curiosità: parla cinque lingue. A proposito di gol fatti e subiti, il Verona ne ha segnati 5 e subiti 3. Numeri che evidenziano un equilibrio tra fase offensiva e difensiva, considerando i 4 match disputati. Nell’ultimo incontro, pareggiato 2-2 contro il Genoa, il Verona è sceso in campo con un 5-3-2: Golini in porta, Martic, Moras, Marquez, Marques e Agostini in difesa, Ionita, Campanharo e Tachtsidis a centrocampo, Saviola e Toni in avanti.

 

asroma.it

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