AS Roma Match Program (T.Riccardi) – È al venticinquesimo film in trentasei anni di attività da regista e attore. Pochi giorni fa su Facebook – il 19 gennaio – ha celebrato l’anniversario dell’esordio sul set, datato 1980 con “Un sacco bello”. Una percentuale non proprio prossima al film l’anno, ma ci si avvicina. Si può definire il Woody Allen italiano per quantità e qualità di pellicole realizzate. Carlo Verdone – classe 1950 – è soprattutto un artista del cinema, ma anche tanto altro. Fanatico della musica rock Anni 70 e appassionato di calcio. È un tifoso della Roma dichiarato da sempre. Non ha mai nascosto la fede giallorossa nell’arco della sua carriera. Un esempio? Nel 1981 organizzò a casa sua una proiezione privata di “Bianco, rosso e Verdone” con Alberto Sordi, Monica Vitti e Paulo Roberto Falcao. Nel 2014 fu pure nominato tra i cinque membri della Commissione Hall of Fame della società giallorossa. “Tra lavoro e calcio è un periodo particolarmente intenso, questo, ma mi fa piacere parlare un po’ della Roma”, dice.
Iniziamo dal lavoro, allora. Il 28 gennaio sarà nelle sale “L’abbiamo fatta grossa”. Come sono i giorni precedenti all’uscita di una propria opera?
“Sono momenti particolari, in cui richiedi il maggiore sforzo fisico al tuo corpo e alla tua mente. Devi tenere ritmi altissimi: devi passare per interviste radiofoniche, televisive, on-line. Un mare di impegni per presentare il lavoro a quanta più gente possibile. Quando si torna a casa la sera dopo questo tour de force si è particolarmente provati”.
Soddisfatto del risultato?
“Beh, se ho accettato di sostenere questa trafila è perché credo tanto nel film. Sono molto contento del prodotto, in particolar modo della collaborazione sul set con l’altro attore protagonista, Antonio Albanese”.
Recitate insieme praticamente per la prima volta: capitò giusto in “Questione di Cuore” per pochi minuti, in cui lei interpretò se stesso in un cameo.
“Vero, una partecipazione amichevole e gratuita per l’amica Francesca Archibugi. Ma era solo una scena. Ci sfiorammo in “Manuale d’Amore 2”, però recitammo in due episodi diversi. Ora ci siamo ritrovati insieme e devo dire che è un attore bravissimo sia nelle situazioni comiche sia in quelle drammatiche. Una coppia che, probabilmente, replicheremo in futuro”.
Qual è l’obiettivo che vi siete prefissati?
“Prima di tutto, vogliamo che la gente esca dalla sala soddisfatta e appagata. Poi, l’altro step da raggiungere è quello di rientrare dall’investimento sostenuto dal produttore, Aurelio De Laurentiis. Tutto quello che verrà di più sarà di guadagnato”.
Magari avvicinare gli incassi di Zalone.
“Impossibile, non scherziamo. Zalone è un fenomeno particolare, di massa. Ha fatto un record difficilmente replicabile per il cinema italiano”.
La Roma, invece, a cosa deve puntare in questo girone di ritorno?
“Vorrei che entrasse almeno in Champions League. Ritengo complicato arrivare al primo posto, questa squadra ha dimostrato di non essere regolare in stagione. E non capisco perché…”.
Cosa non capisce, in particolare?
“Non capisco perché i giocatori calino alla distanza dopo un avvio di intensità. Non riesco a comprendere se è un limite mentale o di preparazione. Spero che con l’arrivo di Spalletti si possa mettere una pezza a questo problema. Luciano è un uomo intelligente, saprà come fare. Diamogli, tuttavia, il tempo di lavorare”.
Altre cose che non le tornano?
“Avrei tenuto qualche calciatore in più in rosa, sinceramente. Mi sarebbe piaciuto vedere Yanga-Mbiwa e Ljajic ruotare con gli altri giocatori. Tant’è. Ormai è andata. Un’altra cosa che non mi piace è vedere sempre la curva vuota”.
Che idea si è fatto della protesta dei ragazzi della Sud?
“Forse ci vorrebbe più buon senso anche da parte loro. Mi piacerebbe rivederli nel loro settore al più presto. Vedere così l’Olimpico è desolante. Lo stadio deve essere pieno, altrimenti a che serve il fattore casalingo?”.
Da tifoso, sente più la rivalità con la Juve o con la Lazio?
“Mah, guardi, credo che il nostro campionato sia parecchio sceso di livello rispetto a quello inglese o spagnolo. Parlare di rivalità non ha più molto senso. La Juventus è potenzialmente la prima squadra, la Lazio è lunatica un po’ come la Roma, alterna buone prestazioni a partite scialbe”.
E domenica è in programma Juventus-Roma.
“Partita complicatissima, delicata, contro la formazione più in forma del momento. Vengono da dodici vittorie consecutive contando coppe e campionato. Hanno Dybala, uno degli elementi migliori di tutta la Serie A insieme a Higuain e Handanovic. Mi auguro che la Roma faccia un risultato prestigioso su un campo così difficile. Al novantesimo, dopo il triplice fischio dell’arbitro, speriamo davvero di poter dire tutti: “L’abbiamo fatta grossa””.