La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Sogno e son Destro. Segno e son Mattia, che una partita così non me la sarei persa per nulla al mondo. Figurarsi per una caviglia destra dolorante. Qui l’unica distorsione è per Rudi Garcia. L’unica scommessa la vince il centravanti che a Roma, così grintoso, così perennemente pericoloso durante tutta la partita, non l’hanno mai visto, neppure con la caviglia perfetta. Destro fa gol e si toglie la maglia, va sotto la curva, va fuori di testa dalla gioia. Regala un punto al Bologna, che con Donadoni non conosce k.o., e ne toglie 2 alla Roma. Lui non lo ammetterà mai, ma il secondo ingrediente è persino più gustoso del primo. Perché di là c’era Garcia. Di là c’era un club che l’aveva sedotto e abbandonato, amato mai fin troppo, fischiato forse oltre ogni ragionevole dubbio, dove il dubbio – nella testa di Mattia – era sempre il rapporto gare giocate (68) e gol segnati (29). L’uomo col tabellino in mano, a Roma questo era Destro. L’uomo che giustificava ogni sua prestazione coi gol: in fondo, qui c’è tutta la distanza di vedute con il suo ex allenatore, che da un centravanti avrebbe voluto altro, anche altro.
SQUALIFICA – E invece no. E invece ora se lo gode Donadoni, con un gol che pareva annunciato come la Pasqua sul calendario: una volta è alta, l’altra è bassa, quando arriva arriva. Perché già nel campionato scorso, il 9 maggio, Destro allora milanista aveva segnato alla Roma. «Ma io sono felice solo perché abbiamo dimostrato di avere un carattere eccezionale», dice con una bugia grande così. E ride. Perché quella parola non l’ha usata a caso. Perché a Roma un giorno l’allenatore gli disse: «Dimostri di aver carattere». L’ha fatto ieri, facendo vedere pure i muscoli sotto la maglietta a tutta Bologna: era diffidato, il giallo gli costerà la squalifica. «Non doveva farlo, gli costerà qualcosa», lo rimprovera Donadoni. Multa in arrivo. Ma lui si giustifica così: «Non avremmo meritato di perdere, ecco perché ho esultato così tanto. E ora voglio fare di tutto per riconquistare la Nazionale»