Il Messaggero – È ormai passato un mese da quel pomeriggio di Roma–Torino, lo scorso 28 novembre, quando Lorenzo Pellegrini ha sentito una fitta al quadricipite della coscia destra. Quindici minuti di partita, poi il cambio scontato. Un mese e cinque partite saltate, contro Bologna, Inter, Spezia, Atalanta e Sampdoria. La sosta gli consente di poter accelerare ed esserci nella sesta, che non sarà una sfida qualsiasi ma contro il Milan, a San Siro, il prossimo 6 gennaio.
Una sfida che rappresenta forse l’ultima chance per provare a scalare e sognare il quarto posto. Lorenzo, fino alla gara con i granata, era mancato soltanto nel derby per squalifica. Nelle altre era sempre stato impiegato per 90 minuti, tranne al debutto contro la Fiorentina (sostituito dopo 84′). Questo fa capire la sua centralità nella Roma di Mourinho, vestita del vecchio 4-2-3-1 o del nuovo 3-5-2. Trequartista-punta nel primo modulo, mezz’ala vecchia maniera nel secondo. “Se ne avessi tre, li schiererei tutti titolari”, disse di lui José qualche mese fa.
Tre giorni di vantaggio per ultimare questa mini-preparazione. Pellegrini è pronto a tuffarsi nel 2022: un anno importante per la Roma, che insegue il sogno di tornare in Champions. Ma lo è anche per lui in chiave-Nazionale: a fine marzo si disputeranno i play-off per qualificarsi al Mondiale ma già tra una trentina di giorni è previsto un raduno. Pellegrini tiene all’azzurro, visto che ha dovuto saltare l’Europeo per infortunio dopo aver partecipato al pre-ritiro. Un campione d’Europa mancato.