Corriere della Sera (G.Piacentini) – Esordiente dal primo minuto o cambio in corsa, per mettere pressione con la sua velocità alla difesa, non proprio irresistibile, dello Shakhtar. Che Cengiz Ünder, domani sera, sarà un protagonista dell’andata di Champions tra gli ucraini e la Roma è indubbio, se lo sarà dall’inizio o, invece, a partita in corso, Di Francesco lo deciderà soltanto dopo la rifinitura di oggi. Il talento turco, quattro gol e un assist nelle ultime tre partite di campionato, è in forma e non vede l’ora di debuttare nella coppa più prestigiosa, ma domenica è uscito con i crampi (niente di preoccupante) dalla Dacia Arena di Udine. Gengo, come lo chiama Di Francesco, in Europa è ancora fermo a zero minuti, ma ha voglia di lasciare la sua firma anche in Champions: da qualche settimana le sue gambe vanno più veloci rispetto a quelle dei compagni e la sua testa è libera da pressioni. In campo si diverte, ha fiducia, tenta giocate anche complicate e, pur essendo il più giovane, spesso trascina i compagni. In una squadra che non entra tra le prime otto d’Europa da dieci anni(c’era Luciano Spalletti in panchina) la sua freschezza può e deve essere un valore aggiunto.
E forse può e deve esserlo anche la sua personalità, nonostante Di Francesco, al sito della Uefa, ieri gli abbia «consigliato» di continuare a lavorare con umiltà, senza mai mollare. «In questo momento – le parole del tecnico – ha la spigliatezza per far diventare importante qualsiasi cosa io gli chieda». Strappi sulla fascia, cross, triangolazioni ma soprattutto quel tiro in porta «improvviso, che sembra che col piede nasconda il pallone». Come faceva Vincenzo Montella, uno che in giallorosso ha vinto uno scudetto e che è stato l’ultimo allenatore della Roma a guidare la squadra in Champions in Ucraina. Era il 2011, si giocava a Donetsk, accanto a lui in conferenza c’era Totti: stavolta invece si scenderà in campo a Kharkiv, la Donbass Arena è stata bombardata, accanto a Di Francesco ci sarà Florenzi. Non Cengiz, perché la società ha deciso di lasciarlo lontano dai riflettori, anche se a Roma è già stato battezzato come il «nuovo Salah». Se però domani dovesse fare ancora bene sarà difficile, se non impossibile, continuare su questa linea