Gianluca Falsini, ex allenatore della Roma Under 16, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Gazzetta Regionale in cui ha parlato sia della stagione appena conclusa sia del proprio futuro. Queste le sue parole:
Partiamo dall’inizio: Gianluca Falsini sbarca a Roma.
“Lo ricordo come fosse ora. L’arrivo in taxi e poi il colloquio con Tarantino che mi ha prospettato la possibilità di lavorare con la Roma, non solo uno dei settori giovanili migliori d’Italia ma anche una società in sviluppo esponenziale”.
Un sogno…
“Sono sincero, sono rimasto a bocca aperta. Da quando 7 anni fa ho iniziato ad allenare a Verona, avevo sempre desiderato arrivare ad un club di queste dimensioni e soprattutto con una simile mentalità”.
Cosa ricordi dei tuoi primi giorni in giallorosso?
“Li ho passati a scoprire il gruppo e a capire le persone che avevo intorno e che dovevano lavorare vicino a me. Ho avuto la fortuna di poter contare su uno staff fatto di qualcosa di più di semplici collaboratori. Abbiamo costruito qualcosa di più grande e ben presto siamo diventati quasi come una famiglia”.
Il feeling è sbocciato immediatamente anche con la squadra?
“Con i ragazzi è stato un po’ come un colpo di fulmine calcistico”
Non a caso siete partiti alla grande, subito un torneo vinto e poi imbattuti addirittura sino a Gennaio.
“Fin da subito i ragazzi si sono messi a disposizione e per questo posso solo ringraziarli. Sono diventati il prolungamento in campo dei miei occhi, delle mie gambe e soprattutto delle mie idee. Dati alla mano questo è un gruppo che ha dominato la squadra campione d’Italia ma non solo, perchè questa capacità i ragazzi ce l’hanno avuta praticamente con tutti”.
Capacità sviluppata anche grazie ad alcune tue intuizioni. Una su tutte quella di alzare Milanese al centro dell’attacco. Com’è nata questa scelta?
“Lì avevamo Antenori che purtroppo quest’anno ha avuto diversi problemi con gli infortuni. Assieme al mio collaboratore Darretta abbiamo individuato in Tommaso il giocatore con le caratteristiche giuste per quel ruolo. Quella è stata la svolta della stagione, Tommaso veniva da una prima parte di campionato sottotono ma poi nel nuovo ruolo è tornato ad esprimersi ai suoi livelli”
Ora però ci ritroviamo di fronte ad uno scenario in cui Falsini saluta dopo aver perso 5 partite in una stagione. E’ qui che va trovata la chiave di lettura per il tuo addio?
“Secondo me no. Perchè questa squadra ha sbagliato il secondo tempo di Napoli, il secondo tempo a Bari, il primo tempo nel match di ritorno con la Lazio, con l’Inter l’unico neo è quello di esser arrivati ad un livello tecnico e mentale alto ma non altissimo. Questa è una squadra che ha sbagliato appena 4 tempi in un anno, cosa che riesce solo alle formazioni di altissimo livello”
E allora dove vanno cercati i motivi della separazione dalla Roma?
“Vanno cercati nella voglia che ho di misurarmi con un altro tipo di progetto perchè sento che nella mia vita professionale ora c’è un altro libro da aprire”.
Nessun rammarico dunque per come è andata?
“Tranne che per la temporalità della decisione, che poteva essere gestita in maniera differente, io devo solo dire grazie alla dirigenza giallorossa. Roma è una figata, non ci sono altre parole, dispiace per il finale e perchè mi sono trovato davvero bene ma questo fa parte del mio lavoro e lo devo accettare”.
Dal passato al futuro, cosa dobbiamo aspettarci ora da Gianluca Falsini?
“Mi piacerebbe poter vedere se le mie idee sono applicabili anche in un contesto diverso da quello di Under 16 e Under 17 a cui sono abituato. Constatare se ciò in cui credo possa essere adatto anche per affrontare una sfida nuova come potrebbe essere un’Under 19 o una Prima Squadra”.
In chiusura, cosa ti rimane davvero di questa esperienza alla Roma?
“Resta l’orgoglio per quello che abbiamo fatto, per aver dato vita ad un sogno da cui purtroppo ci siamo svegliati troppo presto. Questa rimarrà una stagione speciale ma non solo per i risultati quanto piuttosto per quello che abbiamo mostrato in campo imponendo la nostra filosofia”
E quale è la filosofia di Falsini?
“L’ho detto ai ragazzi il primo giorno in cui ci siamo incontrati e glielo ho ripetuto l’ultimo, nello spogliatoio dopo la partita con l’Inter. Non ci si deve allenare per essere bravi, perchè quelli bravi non se li ricorda nessuno, bisogna allenarsi per essere i migliori”.