Un’altra Roma o Mou non ci sta

Il Messaggero (S. Carina) – La Roma affondata a Venezia porta a galla definitivamente il Mou-pensiero. José ha deciso: azzerare per poi ricostruire. C’è poco da fare, questa squadra non la sente sua. Lui che ha sempre puntato sulla fisicità, la personalità e l’esperienza degli interpreti, si ritrova con un gruppo sprovvisto in gran parte di queste caratteristiche.

E così a fronte di una fotografia che vede la rosa “incompleta“, “squilibrata“, “non più forte di quella della stagione scorsa” (e nella quale come paradosso si arriva a rimpiangere anche il duo brasiliano Bruno Peres-Juan Jesus), l’intento è uno: l’all-in mediatico.
Attaccare per difendersi, chiedere 10 per ottenere almeno 5, rendere pubblico quanto chiesto già in privato. Chi si scandalizza, non conosce José, i suoi trascorsi e soprattutto il modus-operandi. Chi lo ingaggia, invece, deve sapere che nei momenti di difficoltà il copione è sempre il solito: difendere sé stesso, a discapito di tutto ciò che lo circonda.
Come quando chiedeva Deco, Arnautovic e Carvalho a Moratti, asserendo che “questa rosa non è quella dei miei sogni di due mesi fa. Vorrà dire che anche gli obiettivi saranno adattati alla squadra“. O al Chelsea, quando venne rivelata una sua frase ad Abramovich mai smentita: “Arriviamo a gennaio e poi via le mele marce dallo spogliatoio”.
Riuscì a lamentarsi anche al Manchester United: “Servono rinforzi se vogliamo lottare per vincere. Se guardate il mercato dall’Arsenal, vi renderete conto delle differenze“. Per non parlare dell’ultima esperienza al Tottenham: “Ho visto il Manchester City e mi ha colpito la panchina con Sterling, Silva, Gündogan e Otamendi. Noi? Siamo questi…”.
Mou del resto non cambia. Non lo ha fatto da giovane, a inizio carriera, figuriamoci ora a 58 anni, trasformatosi in Special. Le critiche? Gli scivolano addosso. L’ultima, choc, è arrivata dalla Spagna. La Vanguardia, giornale catalano, ieri ha titolato: “Scaduto il tempo del Mussolini portoghese“. In realtà, al netto degli accostamenti storici, è quantomai attuale.
E poco importa che sia stato catapultato in una realtà dove la Roma ha visto lievitare l’indebitamento finanziario a 418 milioni, con la proprietà che tra le reiterate iniezioni di denaro si è impegnata a versarne altri 75 nei prossimi 14 mesi, senza contare che in estate ha posto le basi per spenderne 90 sul mercato.
José è partito con un’idea della rosa. Poi, in corsa, si è reso conto di essersi sbagliato: “Questa stagione è importante per capire qualcosa che potrei non aver capito prima di arrivare“. E allora, inutile perdere tempo. I Friedkin intendono assecondarlo già a gennaio. Il portoghese è una loro scelta: impossibile sconfessarla dopo 2 mesi.

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