Una grande Joya capitata quasi per caso

La Repubblica (M. Ferretti) – Dicono, quelli che hanno una Lupa tatuata sul cuore, che certe cose non si vedevano da un’indimenticabile domenica di fine di maggio del 2017. Cioè, dal giorno in cui il più grande di tutti, il Capitano, fu costretto a smettere di giocare. Erano anni che in Casa Roma non si godeva di uno che il pallone lo accarezza, lo coccola, quasi lo corteggia, raramente lo prende a calci e sistematicamente lo domina facendone l’uso desiderato. Dai la palla a Paulo Dybala e, di fatto, la metti in banca.

E quando lui diventa il gestore del pallone, tu sai che, da un momento all’altro, può accadere qualcosa di bello. Sempre. È una speranza continua, Paulino. Una speranza che, come accaduto a Empoli, si trasforma in un lampo in realtà. Con un pallone sbucato dal nulla e infilato là dove il portiere avversario non sarebbe mai potuto arrivare. Roba alla Totti, roba non da tutti.

Qui non si vogliono fare paragoni tra questo e quello (sarebbe delittuoso farli); non si va alla ricerca di un confronto il Presente e la Storia: qui si vuole soltanto sottolineare l’immensa qualità di un giocatore di un altro livello che, volendo esagerare, è capitato alla Roma quasi per caso.

Perché, come ha sottolineato Mourinho, se Dybala non fosse stato svincolato (e, aggiungiamo noi, se non avesse abbassato le proprie pretese economiche), la Roma non se lo sarebbe potuto permettere. Ma il calcio, si sa, è fatto anche di occasioni e la Roma è stata bravissima nel cogliere quella legata all’argentino. Una Joya per gli occhi di tutti i tifosi.

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