Corriere della Sera (M. Ferretti) – A Tolosa, stasera, penultimo tentativo prima della partenza del campionato per capire quanto la nuova Roma sia diversa dalla vecchia Roma. Ad oggi, la differenza più evidente tra quella e questa sta nel modulo di gioco, con José Mourinho che dal 3-4-2-1 è passato deciso al 3-5-2. Traducendo i numeri, tutto ciò significa avere un mediano in meno e una mezzala in più. Di fatto, tre centrocampisti invece che due. Lavori in corso, ovviamente.
Nei test andati in archivio si è notato un maggior impegno nella costruzione dal basso, che significa – sintetizzando – tentare di giocare il più possibile il pallone. Non che la Roma abbia abbandonato il lancione da dietro per andare a cogliere l’uomo smarcato oltre l’ultima linea avversaria: no, se mai è aumentata la ricerca di percorsi alternativi.
Due soli volti nuovi (Kristensen e Aouar) su 11 (Llorente c’era anche nei mesi scorsi) non possono fare della Roma attuale una squadra molto diversa da quella precedente. N’Dicka ancora non si fa preferire a Llorente, ma ha cominciato in ritardo la preparazione e ha un fisico pesante. Non va bocciato (sarebbe assurdo), va aspettato. Possibilmente un po’ meno del nuovo centravanti.