Un doppio Mertens schianta la Roma e lancia la Signora

La Gazzetta dello Sport (S.Vernazza) – I Napoli è ancora vivo. All’Olimpico, per un’ora e passa, si è rivista la squadra fiammeggiante di qualche tempo fa. Verso l’imbrunire il calo degli azzurri, un po’ fisiologico e un po’ no, ha rimesso in pista la Roma, e se non fosse stato per Reina e per San Palo e Santa Traversa, celebreremmo una clamorosa rimonta. La prestazione però resta importante, chi cercava una risposta forte alla crisi — 3 sconfitte in 4 partite tra campionato e coppe varie — l’ha ottenuta. Il Napoli fa il pieno di fiducia in vista del ritorno col Real in Champions, risale a ­2 dal secondo posto, tira giù i giallorossi nella bagarre per la qualificazione alla Champions, un’ammucchiata con parecchie squadre coinvolte. La Juve ringrazia: vincendo a Udine, i bianconeri andrebbero a +10 sui secondi e avrebbero la strada spianata per il sesto scudetto consecutivo. A questo punto la Roma, caduta all’Olimpico in campionato dopo 15 vittorie di fila in casa, farà bene a tenere d’occhio chi la insegue. Spalletti si trova nella stessa situazione del Napoli fino a ieri mattina: 3 insuccessi nelle ultime 4 gare, chiaro segno di inceppamento. Particolare importante, all’andata al San Paolo era finita 3­1 per la Roma, motivo per il quale, in caso di arrivo a pari punti, tra Spalletti e Sarri prevarrà il primo, grazie al gol di Strootman ieri.

AGGRESSIONE – Che fosse ritornato il Napoli sarriano dei giorni migliori lo si è capito nel giro di pochi minuti. Azzurri aggressivi a manetta, con la fascia sinistra dell’«architetto» Insigne come sbocco prediletto. Roma aggredita sul primo giropalla, quello delle uscite dalla propria area, e soffocata nella culla. In difficoltà l’asse centrale Fazio­- De Rossi: su questa direttrice il Napoli ha costruito il primo gol e la rete annullata a Mertens. L’apoteosi della tattica si è avuta nell’azione dello 0-­2, fondata sull’errore di Fazio. Il manifesto della vittoria sarriana, per come la seconda rete di Mertens è stata voluta, provocata, conclusa. Lì in quel meccanismo Sarri mirava a colpire il collega e lì l’ha punito. Non è casuale che Spalletti abbia sostituito Fazio. Non creiamo però capri espiatori. L’argentino non stava bene, ha accusato un risentimento muscolare nel riscaldamento e col senno di poi sarebbe stato meglio non utilizzarlo.

REGRESSIONE – Spalletti si è lasciato tentare dal ricordo felice dell’andata, la bella vittoria al San Paolo arrivata con uso di difesa a quattro, e ha lasciato la retta via degli ultimi tempi, il 3­-4-­2-­1 che bene o male ha funzionato, per regredire a un primordiale 4­-2-3-­1. Facile parlare a latte versato, però questa tendenza dei tecnici a cambiare quel che funziona – è successa la stessa cosa ad Allegri nel primo tempo di Juve-Napoli – produce danni. Forse si trasmette un messaggio sbagliato alla squadra, forse si confondono le idee ai singoli giocatori. Altro sbaglio spallettiano la rinuncia in partenza a Salah. L’egiziano non è preciso alla conclusione, ma spacca le linee, sfilaccia terzini. Fatto sta che nel momento in cui Spalletti si è corretto, col ritorno al 3­-4-­2-­1 e con l’innesto di Salah al posto dello sciapo El Shaarawy, la Roma è uscita dal ghetto in cui il Napoli l’aveva confinata e ha rischiato di rimettere le cose a posto.

BENEDIZIONE – Non c’è vittoria che in qualche misura non debba qualcosa alla componente fortuna. Quando il Napoli è scemato, complice forse l’espulsione dal campo del suo comandante in capo, il colonnello Sarri, la Roma rivisitata si è presa la scena. Salah ha colpito un palo, Strootman ha accorciato e Reina, con riflesso di ghepardo, ha deviato sulla traversa un tiro di Perotti. Tre grosse situazioni, roba forte, che avrebbe potuto ribaltare il quadro. Tanto più che un dato finale contraddice tutti i bei discorsi sull’aggressività del Napoli nella prima ora: i sarriani hanno tirato nello specchio, gol inclusi, appena quattro volte; soltanto contro l’Udinese avevano vinto concludendo così poco. Per contro la Roma ha raggiunto la Juve nella classifica dei legno colpiti (14). Il fattore C ha benedetto il Napoli, anche se la vittoria degli ospiti non va sminuita né considerata illegittima. Il calcio però si nutre di paradossi. Si prenda Mertens, per esempio. Nelle ultime due settimane si è dubitato di lui e si è pensato che la mossa del falso nove fosse diventata logora. Abbagli. Con la doppietta dell’Olimpico il belga sale a quota 18 in classifica marcatori, un gradino sotto i capocannonieri Higuain, Belotti e Dzeko. Un vero nove. Il Napoli, Sarri e Mertens hanno ancora qualcosa da dire. Ascoltiamoli.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti