Leggo (F. Balzani) – A un passo dall’impresa, a un passo dalla terza finale europea. La Roma di De Rossi era riuscita a ribaltare lo 0-2 dell’andata e a mettere sotto per 96 minuti un Leverkusen imbattuto da 49 partite sfruttando la vena glaciale di Paredes dal dischetto e le parate di Svilar. La notte dei sogni però è diventata da incubo quando meno te lo aspetti. L’uscita del portiere serbo, l’ostacolo di Smalling e la carambola su Mancini. Un autogol a 9′ dai supplementari che ha spezzato le gambe a una squadra che ha provato ad andare oltre i propri limiti. E che forse ci era anche riuscita.
Senza Dybala De Rossi aveva schierato una formazione inedita: difesa a tre col braccetto e coppia pesante davanti con Azmoun e Lukaku. Il belga dopo 3′ ha sfiorato subito il vantaggio, poi è stato il Leverkusen a prendere campo e occasioni. I tedeschi hanno trovato un enorme Svilar e il palo che è poi finito proprio sulla schiena del portiere prima di scivolare via. L’ordine tattico e la freschezza della squadra di Alonso ha preso il sopravvento, ma proprio nel momento peggiore la Roma ha trovato un rigore per trattenuta di Tah su Azmoun. Dal dischetto Paredes si è dimostrato campione del mondo. La Roma ha preso coraggio cercando subito il raddoppio interrotto dal fischio di Makkelie.
Nella ripresa è un susseguirsi di occasioni da entrambe le parti. Poi ancora un penalty: mani evidente di Hozlek. Va ancora Paredes, è ancora gol e corsa sotto il settore dei tifosi romanisti. Il Leverkusen accusa il colpo, ma da grande squadra si rialza subito ma non trova il varco giusto. Ad aiutarli l’errore che vi abbiamo raccontato. Nel finale drammatico i giallorossi hanno provato a riagguantare i supplementari subendo il gol del 2-2 in contropiede.