La Roma non si ferma più. Cambia, gioca meno bene del solito, soffre e rischia ma alla fine torna a casa con tre punti pesantissimi che la mantengono in vetta alla classifica ancora con cinque punti di vantaggio sulle inseguitrici Napoli e Juventus. Ma non solo, perché con il nono successo consecutivo eguaglia la Juventus di Capello (2005/2006) unica finora ad aver vinto le prime nove in avvio.
Lo fa giocando in dieci per mezz’ora e rinunciando ai due suoi uomini più incisivi finora: il capitano Francesco Totti, che dovrà restar fermo ancora a lungo, e quelGervinho «crack» delle prime uscite giallorosse della stagione e vera sorpresa dell’ultimo mercato. Insomma Garcia ha dovuto fare di necessità virtù, ha ricorso nuovamente al fisico di Borriello attorno al quale la Roma ha inevitabilmente cambiato il suo assetto e il modo di giocare. Non la costanza con la quale è rimasta in partita anche nei momenti difficili su un campo ostico (l’Udinese non perdeva in casa del settembre 2 del 2012 contro la Juventus: finì 1-4) come quello friulano da sempre ostile ai colori giallorossi.
Senza la qualità di Totti e la velocità di Gervinho il tecnico francese ha dovuto ridisegnare la sua Roma che chiaramente, soprattutto all’inizio, ha sofferto non poco contro l’Udinese di Guidolin: uno abituato a far giocar male le sue avversarie. Tradizione confermata. E lì è entrata in ballo quella che era e resta la miglior difesa del campionato ferma ancora a quota 1 gol incassato. Benatia migliore in campo a paletti, il marocchino chiamato a Roma per far dimenticare Marquinhos: uno senza il quale sembrava non si potesse giocare… così non è!
Poi, come sempre accade in questi casi, alla Roma quest’anno sembra girare tutto alla perfezione: palo di Muriel, in avvio, salvataggio sulla linea di Castan e altri dettagli che alla fine fanno la differenza. Resta un successo comunque strameritato anche perché la Roma ha dovuto giocare in dieci per mezz’ora dopo l’espulsione di Maicon: tanto giusta quanto ingenuo il suo fallo che va a macchiare un buona prova complessiva.
Il resto sono numeri: ventitre gol realizzati, un solo incassato, nove partite consecutive vinte con Bradley che diventa il decimo marcatore della Roma grazie a quel piattone che ha fatto fermare il cuore in petto a mezza Roma e costretto tutti gli altri a farsene una ragione: Bergomi compreso. Si era detto più volte che proprio la sfida contro l’Udinese era il passaggio chiave per il futuro della Roma, una partita dura e delicata dalla quale la squadra di Garcia è uscita ancora una volta indenne.
Anche Totti dopo questo successo può stare un po’ più tranquillo e preparare al meglio il suo ritorno che avverrà nel momento chiave della stagione. Ora Chievo, Torino e Sassuolo prima della pausa del campionato nazionale per scrivere un’altra pagina della storia del calcio italiano, ma soprattutto per continuare a far sognare i tifosi giallorossi rimasti vivi dopo i due anni tormentati appena trascorsi.
È tutto vero, questa Roma fa paura e sembra non volersi fermare più.
Il Tempo – T.Carmellini