Nel primo tempo: un palo subito (Muriel) e un gol miracolosamente scrostato dalla linea di porta (Castan). Come col Napoli. Troppo facile vincere così. E allora la Roma ha alzato l’asticella di una tacca: in dieci dal 21’ della ripresa per espulsione di Maicon. Ecco. Con un uomo in meno, orfana di Totti e Gervinho, usciti dal campo Pjanic, Florenzi e Borriello, la Roma trova il gol-partita di Bradley a 8’ dal 90’, eguaglia il record di 9 vittorie della Juve di Capello 2005-06. In questa Roma c’è qualcosa della Juve capelliana (e delle grandi squadre in genere) che dava l’impressione di essere imbattibile e di poter emergere sempre, in un modo o nell’altro, dalle contingenze più sofferte. Anzi. Un gol subito in 9 partite neppure la più corazzata creatura di Capello poteva permetterselo. Cifra mostruosa.
GRAZIE, MAICON L’Udinese ha spaventato la capolista, ma con l’uomo in più, ha peccato di esagerata umiltà, coccolandosi il punto a portata di mano, invece di dannarsi per triplicarlo. Al contrario, la Roma è stata frustata dall’inferiorità e ha ritrovato nella coda del match la cattiveria agonistica delle partite precedenti, che nell’inizio pigro del match non si era vista. Paradossalmente la follia di Maicon ha fatto meglio alla Roma che all’Udinese. Esemplare la trasformazione di Ljajic: putto effimero nel primo tempo, insospettabile combattente nella fine. Questa Roma rende virtuosi per contagio. E finché la sorte la bacia così platealmente, come può non sognare il massimo?
UDINE BELLA Il 4-3-2-1 di Guidolin è sensato: difesa a 4 per coprire meglio le fasce, riserva di caccia di Garcia. Due trequartisti (Pereyra, Muriel) tra la mediana e Di Natale, per creare densità in copertura e, soprattutto, per cercare il 3 contro 3 in ripartenze lampo. L’idea rischia di fruttare già al 3’, quando Muriel cavalca a destra, nella prateria scoperta da Balzaretti e Castan, e centra il palo più lontano. Lo stesso Muriel al 38’ detta splendidamente per Gabriel Silva che s’imbuca sulla fascia opposta e scavalca De Sanctis con un colpo sotto. La prodigiosa rovesciata liberatoria di Castan sulla linea di porta vale un gol. Bastano questi due episodi per spiegarvi come nel primo tempo una buona Udinese abbia strappato al nemico l’arma della ripartenza e abbia creato i pericoli maggiori, forte soprattutto nelle sgommate di Muriel, poco assistito da Di Natale.
SOLO PJANIC Alle difficoltà tattiche create da Guidolin, la Roma ci mette di suo l’approccio più pigro della stagione. Era da mettere in preventivo che 8 vittorie riempissero un po’ la pancia e annacquassero le motivazioni. I tanti appoggi sbagliati, anche elementari, rendono l’idea. Tipo il rinvio corto di De Sanctis che porta al tiro fiacco di Di Natale (19’). E poi le assenze, chiaro. Gervinho non ha passato a Ljajic il know how per attaccare la profondità. Il giovane serbo viene incontro, non scappa; cerca il dialogo, non la fuga. E’ un’altra cosa. E siccome Florenzi è pallido, oggi alla Roma manca corsa e lunghezza. Pjanic, il migliore, ha invece la delega di Totti per ideare in verticale, ma lo fa quasi sempre per cercare Borriello, ben controllato. Senza corsa, senza Totti che svuota l’area a favore degli incursori, è una Roma più prevedibile. Infatti il primo tiro nello specchio arriva solo al 35’.
ROMA IN 10 Nella ripresa Garcia cerca la profondità con Marquinho per Florenzi, ma al 21’ un fallo folle di Maicon, già ammonito, nella trequarti avversaria, lascia in dieci la truppa. La sostituzione di Pjanic e Borriello con Torosidis e Bradley sembra un ordine di ripiego, la strombettata della ritirata a protezione del punticino. Giusto togliere Pjanic, il migliore trampolino di ripartenze, il più pericoloso da lontano, ora che, in inferiorità, c’è da cercare la porta da lontano? Mentre storciamo il naso, il 4-4-1 tosto di Garcia lotta con nuovo spirito, senza perdere centimetri. L’Udinese invece, nonostante i messaggi di Guidolin (la spinta di Basta per Heurtaux), sbaglia ad accontentarsi e paga caro. De Rossi e Strootman spaccano il campo in verticale, la sentenza gelida è di Bradley che fa eco alla proprietà americana e suona la nona: 1-0. La concorrenza prenda atto: la Roma segna anche dalla panca. L’Udinese non perdeva in casa da 22 partite di campionato. La Roma di Garcia oggi è questo gigante inatteso che vaga per la serie A facendo record e spezzando quegli degli altri.
Gazzetta dello Sport – L.Garlando