Pagine Romaniste (R. Gentili) – Altro che raggiungere le cime più alte. La Roma, tremolante di specchiarsi in ambizioni di gloria, soffre un attacco di vertigini. Chiamata a prendere l’ascensore per ritornare di nuovo in testa alla classifica, la squadra di Mourinho si scava da sola quattro piani di inferno: quelli in cui affossa e che invece l’Udinese, che passa 4-0 in una notte da incubo, benedice.
Spariscono tutte le piccole certezze sin qui costruite. Dalla solidità difensiva, oggi andata in panne, nel risultato e nella forma. Errore singolo e di reparto quello di Karsdorp, Mancini sbanda dopo poco, Smalling ed Ibanez si fanno travolgere.
Costa caro lo scarso dinamismo di Cristante e Matic, cui serve aggiungere l’andamento lento di Pellegrini. Instabile Abraham. La presenza del commissario tecnico inglese Southgate non scatena nello sfocato centravanti giallorosso le giuste motivazioni. Anzi, sembrano non esserci proprio visti i numerosi e continui vuoti realizzati. Li ha provati a colmare Dybala, migliore in campo nel primo tempo e – anche se vissuta a ritmi più bassi – nella ripresa, quindi nella partita.
Una gara che è stata mal preparata, da ieri a oggi, da Mourinho. Nella conferenza di ieri era stato premonitore nel dire che sarebbe stata “una delle partite più dure del campionato“, ma non è stato buon maestro circa la giusta preparazione, mentale e tattica.
LE PAGELLE
Rui Patricio 3,5 – Sorpreso dal tradimento di Karsdorp, di cui era impossibile individuare rapidamente indizi, è diligente sul tiro dalla distanza di Pereyra a fine primo tempo. E poi su quello di Samardzic dorme: gli rimbalza davanti e poi lo supera. Pereyra, alla fine, lo beffa. Ed è lento a capirne le intenzioni.
Mancini 4,5 – Sballato nei sogni offensivi, fa perdere possesso mandando inviti all’indirizzo sbagliato. Consegna le chiavi due volte agli ospiti. Colpisce anche la traversa dopo il raddoppio, unico squillo d’attacco concreto. (Dal 65’ Zalewski 5,5 – Eccettuando quella palla alta verso Rui, non ha grandi cose da esaminare. Si perde nel finale, ma fa poco testo).
Smalling 5,5 – Southgate lo guarda, non ne avverte inizialmente la pressione. Pronto quando serve, uno scivolamento rischia di non farlo arrivare bene in copertura su Success, che manda fortunatamente a lato. L’Udinese si inserisce negli spazi quando la Roma è in avanti, lui li riempie e frena contropiedi. La deriva del secondo tempo coinvolge e trascina anche lui: sul 3-0 anticipa una posizione difensiva, invece di attendere e tentare di andare a contrastare.
Ibanez 5,5 – Tra un sussulto ed un altro resiste un tempo, poi sprofonda con tutti gli altri. Il 3-0 gli passa sopra, ma poco può.
Karsdorp 4 – Privato forse di fiducia dalle parole di Mourinho (“Se non sta bene arrivederci amico, c’è Celik”) cade in esiziale errore. L’abitudine di stoppare di petto i cross costa carissimo: innesca il ratto scatto di Udogie. Errore suo, certo, ma anche di reparto e squadra per la mancata comunicazione. Prova a crescere dalla mezz’ora mostrando più attenzione, quel calo è però funesto. E probabilmente non solo per oggi. (Da 46’ Celik 5,5 – Proiettato in zona offensiva, Maresca gli nega un rigore che forse poteva starci. Guadagna terreno, non coltivato a maniera. Neppure difensivamente: Udogie tocca per Pereyra davanti a lui. Lodevole e confuso il recupero sul poker).
Matic 4,5 – Stacca ed attacca la spina delle idee. Se su on arrivano pulizia e ristrutturazione dei pensieri e della manovra, quando è su off perde vezzosi possessi. Gironzola sul raddoppio e sul poker, concedendo man mano lo spazio necessario alla tessitura dell’azione.
Cristante 5,5 – Momento non dei migliori della stagione. Affatticato da vistosa spossatezza, è inceppato al momento della produzione di soluzioni e pensieri. (Dal 46’ Belotti 5,5 – Un minutaggio maggiore era quasi sicuro, ma addirittura un tempo era di difficile ipotesi. La partita ne richiede l’apporto vista lo scarno attacco. Il raddoppio nasce da una sua palla persa. Bisticcia con scarne idee e condizione fisica).
Spinazzola 5 – Crea situazioni, anche laddove sarebbe preferibile lasciare tutto così com’è. Dà avvio ad affondi di Abraham e soprattutto Dybala con radioso lancio, diretti poi all’indietro. Anonima ripresa.
Pellegrini 4,5 – Non ha né idee né tantomeno vigore fisico e lucidità, necessarie per i connotati della partita. Sufficienza sulla trequarti, lento al momento di creare, con gli avversari che gli rubano pallone ed idee. Indietreggia di posizione e di rendimento: Samardzic lo lascia sul posto prima di raddoppiare, Lento sul tris. (Dall’80’ Camara 6 – Come benvenuto lo attende una delle peggori serate possibili. La corsa sembra però esserci).
Dybala 5,5 – È il T9 giallorosso. Corregge gli sbagli della tastiera collettiva, mette le parole in ordine e le fa scorrere in frasi che mai trovano un punto. Soffia così nelle poche bolle d’aria che la Roma crea. Subito, al fischio d’inizio, sfiora quel gol di cui cerca la ricetta ma non la trova nell’archivio. Giallo esagerato, lo condiziona fino a farlo eclissare nella ripresa. Al finire di partita si inceppa pure lui.
Abraham 4 – Con una squadra bianconera in trasferta ha trovato il primo gol stagionale, nella stessa situazione oggi non combina nulla. Smanioso di mettersi in mostra davanti a Southgate, è farraginoso e stecca le situazioni tecniche. Davanti alla porta non tira fuori le unghie. Esce per un problema alle spalle, con mesta consapevolezza di aver mancato un doppio importante appuntamento. (Dal 77’ Shomurodov sv).
Mourinho 3,5 – Consapevole delle insidie, non prepara la squadra ad affrontarle. Praticamente obbligato, lascia la stessa formazione col Monza, eccezion fatta per gli esterni. Va con le due punte al rientro dagli spogliatoi, soluzione futuribile dall’inizio ma che oggi sortisce un effetto che contrario è dire poco. Debacle totale, che rovina quel pochissimo di buono fatto.