Curiosità, frenesia, ma anche tanto disincanto: i tifosi della Roma assistono alla comparsa sulla scena di Dan Friedkin senza la morbosità che un eventuale passaggio di proprietà meriterebbe, raffreddati nell’entusiasmo dalla sensazione che il tipo di gestione del nuovo tycoon statunitense sarebbe nei fatti molto simile a quella portata avanti fino ad oggi da James Pallotta. In sostanza non si passerebbe agli sceicchi modello Psg oppure Manchester City, restando all’interno di un modus operandi che non fa sognare. L’imprenditore texano è a capo di un impero economico che spazia tra cinema, sport e, soprattutto, distributore in esclusiva delle vetture Toyota in cinque stati federali. Eppure le aspettative dei tifosi giallorossi faticano a decollare, in maniera inversa all’andamento del titolo romanista, che è volato in Borsa, chiudendo ieri per eccesso di rialzo del 16,6% a 0,59 euro. Tra social e radio private, il giochino del «Sarà meglio o cambierà poco rispetto a Pallotta?» è partito fin dalle prime ore. «Magari con lui Totti tornerà a Trigoria», una delle voci raccolte nell’etere, «Speriamo che abbia voglia di fare una grande Roma», un altro pensiero, mentre alcuni non vedono l’ora che, a prescindere da Friedkin, vada via Pallotta. In tutto questo, Paulo Fonseca va dritto per la sua strada: ha iniziato a comprendere Roma e sa che le voci, confermate dal comunicato diffuso ieri dal club, di eventuali cambi di proprietà, potrebbero destabilizzare la squadra. Meglio isolare ancora di più i suoi in vista della sfida contro il Brescia di domenica nonostante in città il dibattito sia concentrato quasi unicamente sull’interessamento alla Roma di Friedkin. Lo riporta La Repubblica.