Tutti pazzi di Tammy

Il Tempo (E. Zotti) – In sei mesi si è preso la Roma. Con diciannove reti segnate nella sua prima stagione in Italia Tammy Abraham si sta dimostrando partita dopo partita una delle certezze più solide della squadra di José Mourinho, che per nessun motivo rinuncerebbe al suo numero 9 . Dall’inizio della sua avventura nella Capitale l’inglese ha saltato soltanto due partite – una è il preliminare d’andata con il Trabzonspor giocato quattro giorni dopo il suo arrivo – partendo titolare in 33 gare sulle 35 disputate (riposando solo in Europa). P

raticamente un insostituibile (2756 minuti giocati), che sta ripagando la fiducia dello Special One e della società a suon di gol: dei 44 punti conquistati dagli uomini di Mou in Serie A, almeno 15 sono arrivati grazie al contributo decisivo di Abraham – contro Udinese, Torino, Atalanta, Empoli e Spezia – che in campionato è già arrivato a quota 12 (con due rigori segnati). Un bottino impreziosito da quattro assist e da altri 7 gol realizzati tra Coppa Italia (1) e Conference League (6).

Reti pesanti come la doppietta messa a segno in casa del Cska Sofia o il gol che ha coronato la rimonta contro il Lecce in Coppa Italia. Uno score che giustifica i 40 milioni spesi in estate da Tiago Pinto per portarlo da Londra a Roma, con il giocatore convinto da Mourinho ad accettare la sfida giallorossa.

Una cifra a cui andranno aggiunti i bonus raggiunti durante l’anno, che a fine stagione lo renderanno il giocatore più pagato della storia della Roma superando i 42 milioni spesi da Monchi nel 2017 per Patrik Schick. A differenza dell’attaccante ceco però a giustificare la cifra spesa per Abraham parlano i numeri. Attualmente il suo è il quarto miglior avvio di centravanti nella storia romanista ma presto potrebbe scavalcare due leggende giallorosse: al primo anno soltanto Volk (24 reti) oltre a Montella e Batistuta (21) avevano fatto meglio.

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