Il Tempo (F.Di Chio) – Pugno duro contro i violenti del calcio. Riduzione di circa 2.000 posti sulle curve nord e sud, di Lazio e Roma. Ma anche maniere forti contro gli steward che fanno male il proprio lavoro: al momento la Procura ne ha sotto inchiesta otto che facevano imbucare alcuni alla stadio. La Questura dichiara tolleranza zero verso gli ultrà responsabili dei disordini. Comincia dall’Olimpico. Ieri ha annunciato la sua rivoluzione, ma non si sa se riuscirà ad andare a regime per l’inizio del campionato. Soprattutto in vista della partita calda Roma-Juventus del 30 agosto, che potrebbe essere anticipata alle 18.
Si parla di corridoi più ampi, barriere più alte per impedire gli scavalchi di tifosi che si imbucano senza biglietto. E, soprattutto, un nuovo sistema di controllo per accedere all’impianto di Monte Mario. In sostanza bio-tornelli. Una identificazione che va oltre la verifica di nome e cognome del possessore del biglietto e si basa sulla verifica dei dati biometrici, parametri che riguardano caratteristiche fisiche, forma del volto, distanza degli occhi e altri connotati che dànno un’impronta inconfondibile. All’interno del complesso la palla della sicurezza passa agli steward. A ogni partita i club ne sguinzagliano circa 700 (a volte addirittura di più). Dovrebbero essere loro a tenere le cose sotto controllo. Ma pare che non sempre ci riescano. Ieri il questore Nicolò D’Angelo ha rivelato che otto di loro sono indagati. «Chi fa male il proprio lavoro deve essere sanzionato», dice chiaramente. La Uefa non vuole che nello stadio circolino forze dell’ordine in divisa. E allora gli agenti saranno in borghese, dietro alle spalle degli steward, potendo disporre delle immagini che a getto continuo riverbera il sistema di telecamere che puntano il loro occhio sugli spalti e si concentrano sui violenti. I corridoi di sicurezza saranno ampliati.
«Oggi su una capienza di 8.500 posti si arriva a contare circa 11 mila persone che si accalcano – riflette D’Angelo – mettendo a rischio anche la stabilità edilizia. La situazione attuale è inaccettabile, ci troviamo di fronte a un mostro a sette teste in curva: continui scavalcamenti, settori pieni e corridoi ingombrati che mettono a repentaglio gli interventi di sicurezza». Le misure prevedono che «al centro e ai lati delle curve non sosterà più nessuno» grazie a un grande corridoio protetto da new jersey alti 2,20 metri e sorvegliato da file di steward, mentre sulle fasce sarà creato maggiore spazio in cui sarà vietata la sosta dei tifosi. È stato richiesto un innalzamento delle barriere divisorie, che è in corso d’opera. In pratica più superficie riservata alla sicurezza che ridurrà i posti disponibili a circa 7.500 a curva (mille in meno). Un nuovo corso sostenuto anche dai numeri. La stagione che si è conclusa ha fatto registrare un aumento del dato generale degli incontri con feriti nelle 47 partite monitorate dalla Roma (da 4 a 8) e una conferma per i 45 incontri esaminati dalla Lazio (2).
Dati che vanno letti in confronto con la riduzione media a livello nazionale di circa il 20% degli incidenti in serie A, cui si aggiunge l’incremento dell’uso delle forze di polizia, soprattutto per le gare della Roma, passato da 9.424 a 13.040 unità. I Daspo sono stati 184, a fronte degli 80 di quella precedente. «Nei primi sette mesi del 2015 – spiega D’Angelo – ne sono stati notificati 98, mentre nel solo mese di luglio 68». A questi si aggiungono 11 persone identificate per le violenze in occasione dei blocchi a Casale San Nicola durante il trasferimento di migranti. Ventiquattro gli identificati per gli incidenti causati dai tifosi laziali in Belgio, e 180 sanzioni amministrative comminate, per un totale di 30 mila euro.
La reazione del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, è tiepida. «La settorializzazione degli stadi? Nel rispetto delle autorità competenti, auspichiamo interventi che vadano in linea con le direttive internazionali Uefa – dice – È in discussione un protocollo d’intesa con il ministero dell’Interno. Sul tema della settorializzazione si trovi una soluzione, perché in questo momento stiamo lavorando di concerto (con le autorità, ndr) ma portiamo anche sul tavolo le esigenze dei club».