La Repubblica (F. Vanni) – Infreddolito e sconsolato in tribuna, nello stadio in cui ha vinto tutto e da tutti è stato amato. Di nuovo squalificato, come spesso gli accade da quando gli tocca tornare a San Siro da avversario, José Mourinho ha assistito al crollo della sua Roma, accesa per dieci minuti appena, poi annichilita dal gol di Adli. L’unico gesto da vero Mourinho, significativamente, lo ha fatto a beneficio di telecamera: ha annuito convinto mentre il Meazza rossonero lo insultava, come a dire che la sfida era accettata.
Puro repertorio, come repertorio era pure la battuta su Harry Potter, riciclata da una vecchia conferenza stampa dei tempi di Madrid. Dai Blancos a questa Roma in maglia bianca la distanza è siderale. E col senno di poi quei fischi milanisti per Mou risuonano quasi come un complimento, come un tributo al nemico di un tempo, che per la Milano interista era e sarà sempre lo Special One. Contestandolo e detestandolo, i tifosi rossoneri gli hanno fatto una carezza: per noi sei ancora tu, quello con la spilletta nerazzurra al bavero che ci batteva e ci sbeffeggiava. Ma di quei giorni è rimasto poco.