Corriere dello Sport (R. Maida) – Roma-Bayer Leverkusen, atto secondo: mancano tre giorni ma è come se De Rossi fosse già proiettato sulla partita più importante. È vero, ce ne sono stati altri di momenti decisivi in cui il destino della squadra poteva cambiare. In Italia e in Europa. Ma arrivati a questo punto, esattamente come nel 2023, tutti a Trigoria meditano l’impresa: eliminare un avversario che non ha perso neanche una partita in questa stagione e che anche sabato, da campione di Germania acclarato, è andato a pareggiare al settimo di recupero contro lo Stoccarda. Così, tanto per non perdere l’abitudine all’imbattibilità. Sono 46 partite ormai, con 29 reti segnate dal minuto 80 in poie 15 dopo il 90′. Meglio non credere mai che sia fatta contro il Bayer Leverkusen, ma è altrettanto opportuno ritenere che il traguardo, la finale di Dublino, sia umanamente raggiungibile.
Il pareggio di Napoli ha lasciato un pizzico di delusione, confermando il momento poco brillante della squadra. La sconfitta contro il Bologna era stata un’avvisaglia: la stanchezza comincia a farsi sentire. Purtroppo De Rossi non ha potuto far riposare nessuno in una partita fondamentale per la classifica e rispetto al Bayer Leverkusen, per i noti motivi, ha dovuto giocare un giorno dopo. Non è bastato cambiare otto undicesimi della formazione rispetto allo spezzone infrasettimanale di Udine.
Mancini soffriva ma non poteva fermarsi visto che Llorente era squalificato e Smalling infortunato. Dybala ha fatto altri 90 minuti più recuperi. Pellegrini idem. Per fortuna, come l’allenatore ha chiarito nelle interviste, giovedì tornerà Lukaku, oltre a Smalling. L’ex Azmoun e Abraham hanno dato un contributo prezioso al Maradona ma il centravanti titolare è un terminale di gioco irrinunciabile per la Roma. L’altra ragione per essere ottimisti è il ritorno di Paredes dalla squalifica: un palleggiatore con il suo talento e la sua esperienza può essere fondamentale in una semifinale europea.