Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – È proprio vero, il giocatore o l’allenatore che arriva alla Roma e comincia a lavorare al Fulvio Bernardini si ritrova nel paese dei balocchi. Perché dopo il tour di Trigoria svolto ieri in esclusiva, possiamo realmente dire che il centro sportivo giallorosso rinnovato in questi anni dai Friedkin non ha nulla da invidiare a quello dei top club europei ed è sicuramente tra i migliori nel mondo in ambito calcistico.
I milioni di euro sborsati dai Friedkin per il rinnovamento hanno reso il Fulvio Bernardini un vero gioiello per allenarsi ad alti livelli e rendere il lavoro un vero e proprio sinonimo di comfort e professionalità.
Un lusso per la squadra che può utilizzare le migliori attrezzature di lavoro internazionali, ma anche vivere un ambiente totalmente modernizzato e dotato di ogni comodità. Ma soprattutto privacy. Tutta la parte sportiva della struttura è separata da quella amministrativa che si trova al primo piano: la zona per intenderci che affaccia verso il piazzale Dino Viola e nella quale lavorano tutti i settori gestionali della società.
Una grande porta separa il corridoio “aziendale” alla zona strettamente legata al campo. Quindi gli uffici di Ghisolfi e Lombardo, una sala riunioni per la dirigenza, ma soprattutto la grande e colorata sala video che viene utilizzata dalla squadra e dal tecnico per analizzare le partite. Sembra quasi un cinema: poltroncine giallorosse che guardano naturalmente verso il maxischermo col proiettore.
Si scende al primo piano, per arrivare nel cuore del centro sportivo, lo spogliatoio. È stato costruito a ferro di cavallo, in modo tale che tutti i calciatori si possano vedere e che possa essere anche un luogo dove tenere riunioni. Ha un impianto meccanico tarato da una domotica: lo staff riesce a gestire la climatizzazione interna in base all’allenatore o alla squadra.
Dallo spogliatoio si accede direttamente alle piscine. Una vasca semi olimpionica realizzata su tre altezze diverse, in una di queste ci sono tre oblò dove lo staff può visionare il lavoro svolto dall’atleta dentro l’acqua. C’è poi una piscina con l’attrezzatura all’interno per lavorare controcorrente o con la cyclette. Poi quella con il percorso vascolare caldo-freddo, con shock termico: dai cinque gradi di una corsia di passa ai 35 gradi di un’altra.
La prima squadra lavora su quattro campi esclusivamente in erba naturale. Campo B, campo Amadei (tipo di erba e sottostrato dell’Olimpico), Testaccio e Nuovo Testaccio. Più la zona allenamento portieri. Poi il campo in erba sintetica, sui quali la nuova proprietà ha voluto inserire l’utilizzo di intaso in cocco e non più di gomma. A osservare il campo principale la terrazza dei proprietari: una zona della struttura realizzata esclusivamente per Dan e Ryan Friedkin, più naturalmente i loro ospiti e che comprende gli uffici dei due americani più una zona esterna tra terrazza e patio dalla quale osservare il lavoro della squadra.
L’aspetto però più interessante è invece legato all’atmosfera romanista che si respira dentro tutta Trigoria. In ogni stanza e in ogni luogo tutto richiama la Roma. Dai loghi, ai colori, fino alle maglie esposte, alle foto, e alle scritte: “Non contare i giorni, fa in modo che i giorni contino”, si legge in una sala riunioni. E ancora: “Vincere malgrado tutto”, “Roma, una fede, una volontà, un traguardo”, “Rispetto, orgoglio, maglia, appartenenza”, “Ambizione, sacrificio, risultati”. Parole che a Trigoria valgono, parole che la Roma adesso vuole rispettare lavorando a fondo.