La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Premessa, fermare un marziano è quasi impossibile, laddove quel quasi è l’unica speranza di sopravvivenza. È chiaro però che la Roma ci proverà, studiando qualcosa per tentare almeno di limitare l’onda d’urto di Leo Messi, il pericolo numero uno del Barcellona. Ma come? Qualcuno ci ha provato con la classica marcatura a uomo, perdendo di fatto un uomo da ogni situazione di gioco. È calcio preistorico, però. Ed allora la Roma può provarci in altri due modi.
LE TRE LINEE – Il primo è quello di creare una tripla linea difensiva, partendo dall’assunto che in questo Barcellona (che gioca 4-4-2) Messi giostra nel centrodestra dell’attacco e tende solitamente a convergere, accentrandosi. Così ogni qual volta l’argentino dovesse essere in procinto di prendere palla, il mediano di riferimento (facile che Di Francesco lì ci spedisca più Nainggolan di Strootman, per le maggiori doti di esplosività e resistenza del belga) deve abbassarsi per creare una prima linea di marcatura, con De Rossi che a sua volta andrà a scalare per formare la seconda (a copertura dei due centrali difensivi, di fatto la terza linea). Uno scaglionamento difensivo che ha l’obiettivo di creare densità verso la traiettoria preferita da Messi, il movimento a rientrare palla al piede.
MARCATURA PREVENTIVA – L’altra mossa è cercare di non far arrivare il pallone a Messi. Facile a dirsi, meno a farsi. Però, dalla posizione iniziale sul centrodestra dell’attacco blaugrana, quando Messi accorcia verso il centrocampo «chiamando» il passaggio Nainggolan deve essere bravo a frapporsi sull’eventuale traiettoria del pallone, impedendogli così di ricevere palla. Anche in questo caso De Rossi dovrà scivolare verso la sua sinistra, in maniera tale di creare un cuscinetto di sicurezza nel caso in cui Messi riuscisse ugualmente a prendere palla ed a saltare il mediano. Tutto questo, ovviamente, considerando che si ha a che fare con un marziano.