Il Tempo (F. Biafora) – Una scossa dietro l’altra. Dopo l’esonero di De Rossi e l’ingaggio di Juric non si è fermata la placca tellurica di Trigoria e ieri mattina è arrivato anche l’addio di Lina SoulouLoi. “L’AS Roma comunica che l’Amministratore Delegato ha rassegnato le dimissioni. Ringraziamo Lina per la sua dedizione in una fase particolarmente critica per il Club e le auguriamo il meglio per le sue future sfide professionali. La proprieta resta pienamente concentrata sulla crescita e sul successo della Roma, con una costante attenzione ai valori che rendono la nostra squadra così speciale”, il comunicato – in alcuni passaggi anche criptico – da parte dei Friedkin dopo l’ennesimo terremoto che ha sconvolto i quadri dirigenziali della società.
La dirigente, assunta nell’aprile del 2023 per sostituire Berardi, era finita sul banco degli imputati della piazza giallorossa proprio per la decisione di procedere al cambio in panchina. Una scelta certamente avallata dai Friedkin, ma che ha visto proprio lei come musa ispiratrice. Con la bandiera della Roma il rapporto era logoro da settimane e lo scontro era ormai arrivato ad un punto di non ritorno. Una situazione che ha generato una valanga di critiche nei confronti della ex manager dell’Olympiacos, culminate con lo striscione “Lina il male di Roma” e l’annunciata contestazione, andata in scena anche con le sue dimissioni. Un clima difficile che aveva portato le autorità a sottoporla a “misure di tutela”, senza che le fosse assegnata una scorta, in attesa di ulteriori valutazioni. Che ovviamente ora con la separazione decadono.
Il clima incandescente che si era venuto a creare per la scelta su DDR ha mandato su tutte le furie Dan e Ryan Friedkin, con Souloukou, che aveva un contratto in scadenza tra 7 mesi, finita sul banco degli imputati per il drastico crollo di popolarità subito dalla proprietà. La rottura pressoché totale con il tifo non poteva essere nascosta sotto al tappeto e da qui la decisione di separarsi con la Ceo (Ghisolfi era regolarmente all’Olimpico ). Sebbene oltre al comunicato non sia filtrato altro commento dagli Usa, neanche off the record, voci di corridoio dentro Trigoria raccontano che oltre ai motivi ambientali c’è sul piatto anche la gestione fallimentare del caso Dybala (Soulé e i suoi 30 milioni complessivi di investimento sono finiti in panchina), quella di Zalewski (verso il reintegro), e in generale qualche imputazione su operazioni di mercato lievitate sui costi – Le Fee e Baldanzi – proprio per la ruvidità della dirigente greca con la controparte. Ora i Friedkin sono chiamati a trovare in tempi brevi un nuovo ad e per farlo si sono affidati alla società Egon Zehnder: la Roma ha bisogno di ritrovare stabilità in fretta.