Tra i due Paesi più che un mare c’è un oceano

Il Giornale (R.Perrone) – Al di là di recriminazioni varie e assortite, malgrado buone prestazioni e considerando che i fenomeni stanno tutti di là, tra Italia e Spagna, club o nazionale che sia, c’è sempre un oceano di distanza, non solo un pezzo di Mediterraneo. La Roma favorisce il Barcellona con due autoreti e una respinta non ineccepibile di Alisson, ma soprattutto con un atteggiamento offensivo troppo riservato. Quando si accende nel finale trova un gol di Dzeko che tiene aperta la speranza fino alla zampata di Suarez. La squadra di Eusebio Di Francesco sta in equilibrio sulla partita, un po’ come la Juventus tra il primo gol di Ronaldo e la leggenda. Il Barça è meno cinico del Real Madrid, c’è anche una concezione culturale e politica a dividere le due squadre. Il Real è il potere che non fa sconti, ha la faccia cattiva.

Il Barcellona anche quando ti schiaccia sembra che sia meno spietato, meno cattivo più vicino a te. Però alla fine non cambia niente. Il flusso della storia va solo in una direzione. Sfortuna, bravura dell’avversario, decisioni arbitrali discutibili (forse), tutto quello che vogliamo, ma anche la Roma dopo la Juventus trasmette un senso di impotenza nei confronti della Spagna calcistica. E’ quello che proviamo, salvo qualche eccezione, quando la affrontiamo. A parte gli Europei 2016 con la Nazionale del condottiero Conte e qualche buona serata di coppa (su 180 minuti), con la Spagna da dieci anni, dai rigori di Vienna (Europei 2008), il confronto è sempre a nostro svantaggio. La Roma non dà mai l’idea di essere in balia del Barça. Però si ritrova con l’avventura in Champions praticamente conclusa.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti