Un anno fa Francesco Totti aveva già il groppo in gola e gli occhi lucidi perché mancavano tre giorni al 28 maggio e all’ultima partita di una carriera ineguagliabile. Oggi l’ex capitano ha tutto un altro sorriso, è un dirigente felice, inserito pienamente nel progetto tecnico della Roma dopo i primi mesi di fisiologico imbarazzo. Merito suo, che ha imparato rapidamente un nuovo mestiere accettato per amore di Roma mentre da tutte le parti del mondo arrivavano offerte faraoniche. Ma merito pure di Monchi e Di Francesco che lo hanno fatto sentire anello fondamentale di un trio che in queste ore sta studiando come rinforzare la Roma. Come riporta Leggo, nei summit di mercato è presente spesso anche il numero 10 che ha rinviato le solite vacanze a Sabaudia proprio per dare il suo contributo nell’operazione “colma il gap con la Juve”. Il ds spagnolo ha parlato subito la sua lingua, facendolo sentire importante non solo per il suo passato ma anche per quello che poteva dare in futuro. Con Eusebio poi c’è da anni un rapporto vero, fatto di fiducia e reciproca stima. In realtà Totti è stato anche sempre presente in casa e in trasferta, ha supportato il gruppo, è rimasto in uno spogliatoio che lo ascolta e venera. Dirigente quindi, ma senza cravatta e a volte con gli scarpini perché lui di smettere di giocare a calcio non ci pensa proprio. Totti anche oggi rimane la Roma.