La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – «France’, complimenti eh». E lui «De che?». Scene da zona mista, profondo Friuli, intenso freddo, la Roma che vince e il sorriso di Totti che scioglie il ghiaccio. «Beh, i complimenti sarebbero per i 25 anni». E lui, allora: «È un’emozione bellissima». Venticinque anni con la Roma, nozze d’argento in giallorosso e pazienza se la maglia era arancione. Dal 1993 al 2017, un’altra volta e un’altra volta ancora, nello stadio che un giorno gli regalò pure l’esordio in Nazionale e che ieri al momento dell’ingresso in campo ha cominciato a battere le mani, tutti, tutti insieme, non certo per combattere il freddo. Il dodicesimo uomo per una volta è stato lui, Francesco Totti, nel senso più pieno del termine. Perché vallo a dire a Spalletti di buttare dentro un ragazzino, «e poi se non vinco le partite mi fate un c… così. Ho messo Francesco perché in quel momento della partita avevo bisogno di spessore, mi serviva personalità nella gestione del pallone». E la personalità, l’esperienza, la palla nascosta puoi ben chiederla a un 40enne che, sì è vero, sta passando queste settimane a interrogarsi sul futuro perché le cicatrici fanno sempre un po’ più male, ma nell’attesa s’è ritrovato all’improvviso ad essere il primo cambio di una Roma che mira al Paradiso.
L’EVOLUZIONE – Per i ragazzi c’è tempo allora, per il Musonda che verrà (anzi no, neppure lui) e per i Tumminello che aspettano. Totti è l’uomo che dopo 50 secondi cucina un pallone e lo impiatta per Nainggolan. Per carità, è pure quello che si becca i rimproveri di Fazio per una giocata al limite dell’area che per poco non complica i piani a Szczesny. È Totti che non segna ma sogna con i compagni, pure scrivendo sui social dopo la partita postando una foto con Nainggolan: «Missione compiuta, vittoria importante!». Simbolo dei tempi, twitter invece del microfono, i 25 anni del mondo Totti. E pensare che secondo l’Istat i matrimoni in Italia durano mediamente 15 anni: aggiornare, grazie.