Il Messaggero (S. Carina) – Più o meno è andata come quando giocava. All’epoca, quando meno te l’aspettavi, arrivava la giocata illuminante, l’assist, il gol a tirar fuori la Roma dalla situazione complicata di turno.
Ieri Francesco Totti ha concesso uno dei tanti bis della sua carriera. E poco importa che non abbia più gli scarpini ai piedi. Le sue parole vanno in rete con una facilità irrisoria: “Quello che abbiamo visto a Firenze è stato uno dei tanti episodi a sfavore della Roma in questa stagione – ha detto a margine della presentazione della Coppa Italia Frecciarossa – Non siamo qui a recriminare ma se il VAR non aiuta l’arbitro tutto diventa più complicato”.
Ascoltarlo parlare alla prima persona plurale fa sempre un certo effetto. Parole da tifoso, da innamorato, di chi, prima o poi, è destinato a varcare nuovamente il cancello di Trigoria dalla porta principale.
Francesco, però, non cade nel tranello e dribbla la questione, quando la domanda fa riferimento proprio ad un suo possibile ritorno in società: “La Roma può migliorare anche a livello dirigenziale? La Roma si migliora sempre, anno dopo anno. Con o senza dirigenti”.
Il sorriso sornione che accompagna la replica è eloquente. Della serie: oggi le mie vicende personali sono secondarie a quelle del club e soprattutto al problema arbitrale, ormai un nervo scoperto che non si può più sottovalutare. La novità sostanziale di queste ultime ore è che Mourinho da lunedì è meno solo. Perché oltre all’assist di Totti, ha ricevuto per la seconda volta (la prima nel 2022) il supporto pubblico della società.
José rimane quindi il front-man del club. Ma da ieri non è più l’unico. Ora ci sono anche il connazionale e… Totti. Francesco che però non fa sconti. Con la schiettezza che lo contraddistingue, ieri si è lasciato sfuggire come la stagione giallorossa, per adesso, sia da valutare con un “cinque e mezzo. C’è però Tirana, ci sarò anche io. È tantissimo tempo che non andiamo in una finale di coppa. È fondamentale alzare un trofeo, andremo lì il 25 maggio vogliosi e combattenti fino alla fine“. Eccola la prima persona plurale che ritorna. Non c’è nulla da fare, è più forte di lui, gli viene naturale.