Un cartello, nella minuscola sala delle interviste, chiede pazienza agli ospiti «per l’inadeguatezza della struttura dello stadio Sant’Elia». Evidentemente è una notte in cui molti devono farsi perdonare qualcosa, a cominciare da Luis Enrique che si è preso tutte le responsabilità del tracollo «Non abbiamo giocato al meglio delle nostre possibilità. Non è giusto dare la colpa soltanto ai difensori».
RAPPRESENTANTE – I giocatori, silenziosi e accigliati, volano sul pullman che li aspetta fuori dagli spogliatoi mentre Francesco Totti, coperto da un cappello grigio e da un sorriso di circostanza, prova a scagionare l’allenatore a nome dei compagni: «Fa piacere che Luis Enrique dica che è colpa sua. Ma non è così. In campo andiamo noi giocatori. E noi giocatori non siamo riusciti a giocare al cento per cento delle nostre possibilità».
COMPATTI – Sotto accusa stavolta è la difesa. Anzi, la fase difensiva della Roma. Totti rimarca un concetto banale ma vero, in una squadra di calcio: «Non è giusto nemmeno chiamare in causa i difensori. Si vince e si perde in undici. Se la difesa soffre è colpa anche di noi attaccanti, che non pressiamo bene gli avversari. E non sfruttiamo le occasioni che ci capitano per segnare» . Parole da capitano, di un capitano deluso oltre ogni aspettativa: (…) «E’ un risultato pesante da digerire. Purtroppo il calcio è così, imprevedibile. Eravamo riusciti a ribaltare lo svantaggio iniziale e poi non siamo stati bravi a gestire il gioco quando le cose si erano messe bene» .
REAZIONE – Eppure Totti non accetta di discutere il famoso progetto: «Fino alla partita contro la Juventus si diceva che eravamo forti, che la Roma era bella e giovane, adesso non si può cambiare completamente opinione. Ci sono stati degli intoppi. Ma abbiamo le qualità per risollevarci e per uscire da questo momento difficile» . Non il primo per la verità. A inizio dicembre Luis Enrique sembrava a un passo dalle dimissioni: «Io la penso come il nostro allenatore. Fa bene la Roma a mantenere la sua identità, a cercare sempre di imporre il proprio gioco. Purtroppo a volte capita che il lavoro non sia premiato dai risultati. Forse non ci hanno aiutato le chiacchiere degli ultimi tempi…» . (…)
SCADENZE – Il tempo adesso stringe. La Roma si è allontanata dall’Europa e rischia un campionato poco glorioso. Totti osserva: «E’ inutile in questo momento fissare degli obiettivi. Pensiamo a vincere le partite, piuttosto. In questi giorni dovremo analizzare gli errori e prenderci le nostre responsabilità. Che sono di tutti» . Bisogna fare in fretta perché tra due giorni c’è Roma-Inter: «In questo momento sono troppo arrabbiato per pensare all’Inter. Però certo, non possiamo sbagliare. Sono convinto che i nostri tifosi ci daranno una mano» . La chiusura è per uno spiffero di ottimismo: «Il gruppo è unito e lo dimostrerà. I nostri giovani sono forti e hanno un futuro roseo che li aspetta. Basta lasciare loro il tempo di crescere: non è facile arrivare da un altro Paese e ambientarsi in pochi mesi nel calcio italiano» . Questa verità è un’altra tassa che la Roma sta pagando.
Corriere dello Sport – Roberto Maida