Cos’è un derby senza Totti? Una garanzia di successo, ma per la Roma, dicono con perfidia i tifosi della Lazio. «Non è mai decisivo», è un loro vecchio cavallo di battaglia, che col tempo, però, è diventato un disco rotto. Prendete l’ultimo derby, del 13 marzo scorso, quello della manita romanista (cinque vittorie consecutive): 2-0 rotondo, doppietta di Totti, il telecronista della BBC impazzito («The king of Rome is not dead» è diventato pure una maglietta), laziali caduti in depressione. Cos’è, allora il derby senza il suo simbolo (ne ha giocati 33, nessuno come lui)? Quasi un vuoto esistenziale, la sensazione sgradevole che, comunque vada, manchi qualcosa. «Perché Totti — spiega il compagno Bojan — è un fenomeno che mi ha colpito: è entrato Roma nel 1989, prima che nascessi! È un punto di riferimento, è carismatico ed è incredibile quanto gli vuole bene la gente, che ha nel cuore lui e la Roma allo stesso modo».
La sentenza E Totti, quanta Roma ha nel cuore? Tanta, tantissima. Perciò il prossimo derby, come i precedenti che gli è capitato di mancare, per lui sarà una sofferenza. Perché Totti domenica sera non giocherà, e a questo punto, pur aspettando l’ufficialità dall’ecografia che farà stamattina a Trigoria, pare proprio il caso di togliere anche quella formuletta di rito, «a meno di miracoli», con cui di solito si accompagnano le sue vigilie tormentate. «Ci sarà? Ce la farà? Vuole esserci», tutte solitamente improntate alla prudenza, ma dei giornalisti. Stavolta la prudenza è d’obbligo per lui: inutile rischiare una lesione ancor più grave, meglio andarci cauto e, casomai, piangere sul latte versato.
Evitabile? La botta alla coscia destra, si scopre ora, è stata notevole, tanto da mettere in dubbio la sua presenza anche contro il Palermo, il 23 ottobre. Del resto ieri è uscito dalla sala della fisioterapia, ma per farsi un tuffo in piscina: ha lavorato «solo» in acqua, il campo non l’ha visto proprio. Come sperare di vederlo all’Olimpico domenica sera? Che gli serva da lezione, perché forse la botta poteva essere evitata. Avvisaglie ce n’erano state, più d’una. La prima addirittura durante la preparazione estiva. Ignorata? No, ma magari con una gestione diversa… Difficile, difficilissimo dirlo: Totti è stato encomiabile in questi mesi, ha accettato di giocare lontano dalla porta, all’occorrenza ha fatto pure il mediano, ha assicurato un rendimento altissimo. Come si fa ad accusarlo di eccessivo stakanovismo?
Paura Intanto, però, i tanti romanisti — ieri esauriti in poche ore 14.000 biglietti di Curva e Distinti Sud, restano solo Monte Mario — si consoleranno con qualcun altro. Difficilmente con Lamela («Ma io vorrei debuttare…», il post dell’argentino ieri su Facebook), più facilmente con Bojan per esempio. «Il derby di Roma, l’ho capito, va oltre pure Barcellona-Real — ha detto il campioncino spagnolo — e ci tengo molto a vincerlo, per poter dire che anch’io ce l’ho fatta». Sono attimi di terrore nelle case dei tifosi laziali: nei nove derby giocati senza Totti, la Roma non ha mai perso. Anzi, nei tre disputati in «trasferta» ha sempre vinto. Hanno ragione loro: Totti, in un modo o nell’altro, è una garanzia.
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano