Trentaquattro secondi per raggiungere Nordhal, poco più di 7 minuti per staccarlo e scrivere l’ennesima pagina della storia giallorossa e del calcio italiano. La doppietta contro l’arrendevole Cesena (inflitta ad Antonioli, portiere dell’ultimo scudetto giallorosso) nell’anticipo dell’Olimpico, proietta Totti in cima alla classifica dei calciatori che hanno realizzato più gol con la stessa maglia: 211 reti con quella della Roma. Era uno dei pochi record che ancora mancavano al capitano che al giro di boa del campionato ha già realizzato più gol del “non” rimpianto Vucinic e adesso punta un nuovo obiettivo: i 216 di Altafini e Meazza al terzo posto della classifica di tutti i tempi.
Inutile rimarcare come il protagonista assoluto della serata sia proprio lui, complice una partita che non c’è mai stata. Il risultato finale racconta l’infinita differenza tecnica tra le due squadre: un po’ perché incassare tre gol nei primi nove minuti taglierebbero le gambe a chiunque, un po’ perché la Roma di Luis Enrique inizia davvero a far paura. Per la cronaca la “partita che non c’è” finisce 5-1: alla doppietta di Totti e al 3-0 targato Borini dopo nove minuti, vanno aggiunti il “raccorcio” di Eder e le reti finali di Juan e Pjanic. La Roma, anche senza De Rossi e Osvaldo, vince la quinta gara consecutiva (fatta salva la parentesi “interrotta” di Catania) e si porta, aspettando le altre gare di oggi, al quinto posto in classifica a trenta punti. Ma soprattutto manda un segnale importante alle altre grandi del campionato. Il bilancio del girone d’andata, stornato da quell’avvio disastroso, non può che essere positivo per Luis Enrique & Co. che, seppur a fari spenti, iniziano a pensare alle piazze che contano. Quello di Totti è invece il bilancio di una vita vissuta per indossare la maglia della Roma. “Sì, è quello che ho sempre voluto – racconta – indossare questa maglia e battere tutti i record. Poi davanti a questo pubblico… Questi gol li vorrei dedicare a mia cognata che ha partorito due giorni fa e alle vittime della Costa Concordia“.
E forse non è un caso se l’ultima partita nella quale la Roma segnò cinque reti (dicembre 2004 contro il Parma), concise con un’altra doppietta e record di Totti: allora i gol furono 108 e servirono a scavalcare un altro mito giallorosso, Roberto Pruzzo. “È un record speciale – continua – era difficile ma con l’aiuto dei miei compagni sono riuscito a superare Nordhal. Giocare con Erik è semplice. Un giocatore tecnicamente superiore a tutti: non era semplice il suo assist“. Un plauso al tecnico che in molti avevano criticato a inizio stagione. “Sapevo che il suo calcio sarebbe diventato così divertente. Avevamo un solo obiettivo: che il mister restasse. Il calcio è possesso palla, verticalizzioni, cercarsi, aiutarsi: un insieme di cose che ci fa fare il salto di qualità. De Rossi? Spero firmi il prima possibile, ma è una cosa personale e va gestita bene“. Ma la testa è alla Roma, una squadra che pensa al futuro ma non può fare a meno del suo capitano.
“Abbiamo giovani già affermati con grandi prospettive. Quest’anno è cambiato tutto, siamo una squadra che punta sui giovani: e io sono il loro capitano. Viaggiando così possiamo dire la nostra, anche se non pensiamo allo scudetto… quest’anno“. Chiusura sul record. “Senza fare il presuntuoso, supererò Nordahl (secondo nella classifica dei marcatori di tutti i tempi a 225) prima della fine della carriera“. Roma ci crede e intanto si gode il momento.
Il Tempo – Tiziano Carmellini