Gazzetta dello Sport – Totti quasi sul tetto

In attesa che Daniele De Rossi decida se vestire la calzamaglia virtuale di Capitan Futuro e guerreggiare così per sempre alle latitudini attuali, c’è un Capitan Presente che macina da vent’anni giorni giallorossi. Si chiama Francesco Totti ed ha alle spalle una storia costellata di tanti «no grazie» (al Milan, all’Inter, al Chelsea, al Barcellona, al Real Madrid) ed un solo sì: alla Roma. Sarebbe estremamente retorico per chi ha la fortuna di svolgere un lavoro remuneratissimo come il calciatore abusare di termini come amore e fedeltà, ma di certo ci sono traguardi che in qualche modo danno un senso alla storia personale di un atleta. Quello che si staglia davanti a Totti è uno di questi: diventare il cannoniere italiano che ha fatto più gol per la stessa squadra.

Solo Nordahl In questa speciale classifica il capitano della Roma ha staccato già Riva, Del Piero, Boniperti e Meazza. Davanti gli resta solo un mito: Gunnar Nordahl. L’ex attaccante svedese (che negli anni del tramonto giocò anche in giallorosso) con la maglia del Milan dal 1949 al 1956 realizzò 210 reti in campionato, solo una in più di Totti, che però come si sa non è nato cannoniere, ma a lo è diventato, soprattutto da quando — grazie a Spalletti — è diventato il prototipo del centravanti a tutto campo. Inutile dire che il Cesena, prossimo avversario nell’anticipo di sabato, ha tutto il diritto di fare gli scongiuri, visto che il numero dieci sembra avere gli stimoli dei giorni migliori, soprattutto adesso che — dopo aver consumato il più lungo ritardo della sua carriera — a inizio gennaio contro il Chievo si è finalmente sbloccato, realizzando una doppietta su rigore.

Fischi & Feeling Una stagione particolare, quella di Totti. Cominciata con una esclusione e una (immeritata) sostituzione in Europa League — che costò a Luis Enrique la contestazione dell’Olimpico — e virata invece verso un felice rapporto con l’allenatore spagnolo. L’impressione è che anche le ultime vacanze alle Maldive, vissute casualmente a stretto contatto con alcuni vip della politica italiana — Fini, Casini, Rutelli, Schifani e Alemanno — abbiano giovato al capitano, che ha ritrovato feeling anche con la nuova leadership dopo le incomprensioni estive con la nuova proprietà, scioltesi col progredire della stagione. Meglio così, perché alla scadenza del suo contratto da calciatore (2014), si attiverà il quinquennale da dirigente. In che ruolo? Tutto da definire, ma i sussurri diTrigoria raccontano come sia pronta una vicepresidenza che lo faccia diventare una sorta di ambasciatore romanista nel mondo. «Per ora non ci penso — ha comunque sempre detto Totti —. Ora ho davanti altri record e voglio provare a batterli».

Superare il record-fedeltà di Nordahl, infatti, significherebbe riprendere il cammino verso la storia dei cannonieri della Serie A, visto che a precederlo restano solo Piola (274), lo stesso Nordahl (225), Altafini e Mezza(216). Restano due campionati e mezzo per riscrivere una classifica punteggiata di stelle. L’impressione è che di irraggiungibile ci sia solo Piola, mentre tutti gli altri, probabilmente, sono a portata di piede. Eppure tempo fa Totti confesso un suo piccolo cruccio. «Se avessi cominciato a giocare da centravanti già ad inizio carriera, forse sarei arrivato a 300 gol».Possibile, ma probabilmente non sarebbe stato così universale, così completo, in una sola parola così unico. Basta questo, in fondo, per non avere rimpianti.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

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