Con Totti è tutta un’altra Roma. Lo dicono i numeri, ma da domenica sera lo pensa anche Luis Enrique. La rinascita fisica e mentale della squadra giallorossa ha infatti il volto non più giovanissimo del suo capitano che, contro Juventus e Napoli, è tornato a essere il fulcro di un gioco che, inizialmente, sembrava penalizzarlo.
Se c’è Totti poi la Roma non perde. O meglio, in questa stagione lo ha fatto solamente una volta (contro il Cagliari all’esordio). Poi 4 vittorie e tre pareggi. Senza il capitano invece i numeri sono impietosi: 5 sconfitte e solo 6 punti racimolati in 7 gare. Insomma Totti è indispensabile, ma questa non è una novità. Di nuovo c’è il ruolo che Francesco ricopre fuori e dentro il campo: da prima punta a caccia di record, il numero dieci si è ritrovato lontano dalla porta, a dirigere il traffico tra centrocampo e attacco. Un punto di riferimento al quale affidarsi nei momenti di maggiore difficoltà, ma anche un assist-man coi fiocchi (quattro quelli vincenti da inizio stagione). Anche nello spogliatoio Totti è visto sempre più come guida e totem dai compagni più giovani, Lamela su tutti. Mentre il rapporto con Luis Enrique, dopo un avvio burrascoso, ora sembra idilliaco. «Dedico la vittoria di Napoli al mister, se lo merita», ha detto Totti al San Paolo. Una dichiarazione che mai in 20 anni di carriera il capitano aveva concesso (Zeman e Mazzone compresi). Una conferma della pace tra giocatore e tecnico, sottolineata anche dai media spagnoli. Tra le novità però ce ne è anche una negativa. Totti è ancora a digiuno di gol ed è la prima volta dal ‘94 a oggi che arriva a secco a ridosso di Natale. Il Bologna è autorizzato a fare gli scongiuri.
Leggo – Francesco Balzani
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